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October 23, 2013
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October 23, 2013
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Diario di un week-end a Cinque Stelle

Marco PetrinibyMarco Petrini
Time: 6 mins read

 

L'arrivo a JFK

L’arrivo dei portavoce a JFK

Quando mi chiama Giulio (nostro attivista di New York e co-organizzatore degli eventi) per dirmi “che ne pensi se vado a prendere a JFK i portavoce con il  mio furgone di lavoro? E’ l’unico modo per portarli tutti insieme a Manhattan” gli dico subito di si. Che problema c’è? Gli attivisti del Movimento 5 Stelle di New York si sono impegnati a dare il loro contributo in ogni modo e con ogni mezzo. Poi quando mi chiama di nuovo per dirmi “sono qui con me, sono arrivati” rivivo in un flash tre mesi di febbrili preparazioni per organizzare tre giorni di eventi che sanciscono il primo anno di vita del Meetup Centro Nord America. Le prime email, i messaggi Facebook, le telefonate ad amici  comuni, per cercare di contattare i nostri rappresentanti in Parlamento. Nessuna telefonata o raccomandazione a segreterie di partito, consigli provinciali o comunali, enti pubblici e/o privati.

Mi risponde subito via Facebook Tiziana Ciprini, cittadina eletta alla Camera nella sua Perugia (sì, perché I NOSTRI rappresentanti sono eletti con preferenza nominale nel comune di residenza che rappresentano) mi dice subito “Sì, ci sarò, e cercherò di portare con me altri eletti”. Detto fatto, si presentano a JFK quattro cittadini eletti alla Camera: Tiziana Ciprini, Silvia Benedetti, Nicola Bianchi, Alessio Tacconi. Oltre al consulente legislativo al Senato Pierpaolo Ianni.

Per loro abbiamo organizzato un programma fittissimo di appuntamenti, perché per noi averli qui è un onore ma anche una responsabilità. Vogliamo che parlino con la stampa, che si confrontino con gli attivisti della nostra circoscrizione, che sentano i consigli delle associazioni locali di italiani residenti all’estero.

Si comincia venerdì con una conferenza stampa, alla quale partecipano rappresentanti qualificati di molte testate giornalistiche italiane, e non solo. Arrivano le domande più tipiche quando si parla del Movimento: i rapporti con Grillo e Casaleggio, la posizione su temi nazionali come  immigrazione e possibili alleanze, ed anche su temi più strettamente locali come il voto ai residenti all’estero e la chiusura programmata di alcune sedi consolari. Mi sorprende il tono corretto (anche se critico) delle domande. Ho la sensazione che ci sia una certa ammirazione nella platea di giornalisti per questi ragazzi giovani ma sicuri di sé, che trasmettono positività negli atteggiamenti e nelle risposte. Saranno magari non convincenti per i lettori delle testate che vengono rappresentate, ma le loro sono tuttavia risposte chiare e dirette. I resoconti pubblicati il giorno successivo mi confermano che la mia impressione era giusta: leggo articoli misurati e obiettivi. Mi ricorda molto la lettura dei vari articoli apparsi negli ultimi mesi sulla stampa estera a seguito di interviste con Beppe Grillo. Risposte composte e chiare a domande dirette e talvolta critiche. Sarà l’aria “estera” che rende tutto più pacato e costruttivo, anche da parte della stampa?

Una delle riunioni tematiche

Una delle riunioni tematiche

La giornata di Sabato è dedicata ad incontri tematici in forma di discussione aperta tra i portavoce ed esperti qualificati di imprese, associazioni, ricerca ed università. Si parte la mattina presto con la tematica delle start-up, di come riuscire a fare in modo che i nostri giovani non siano costretti a lasciare il paese per trovare lavoro e fortuna all’estero. Si evidenziano i modelli di altri paesi (che invece attirano giovani ed investimenti). Canada, Svizzera, USA. I nostri rappresentanti prendono appunti e fanno domande, per poter portare con loro in Italia degli esempi di modelli virtuosi e parlarne nelle riunioni di gruppo alla Camera e al Senato. Ad esempio, Ray Garcia (relatore ed Executive in Residence presso il Baruch College ed in passato presso il MIT Media Lab) ci spiega che “bisogna fare in modo che programmi tipo Mind the Bridge vengano sviluppati in Italia invece che nella Silicon Valley Californiana, per poter essere più vicini alla realtà lavorativa italiana”. E ancora “in Italia ci si lamenta molto, ma le competenze ci sono e vanno scovate, non bisogna solo preoccuparsi di ciò che manca, ma trovare il modo di valorizzare ciò che esiste (che è moltissimo), non vi stancate a bussare alle porte!”.

Nel secondo incontro della giornata ci viene a trovare il Dottor Vincenzo Marra, nota personalità della comunità italiana di New York, gia vice-presidente NIAF e attuale fondatore e presidente ILICA (Italian Language Inter-Cultural Alliance). Si trova anche lui (come i giornalisti del giorno prima) un po’ sorpreso dalla dinamicità del gruppo a cui si rivolge. Parla di “un’Italia normale in cui bisogna superare le barriere del passato, un po’ come ho fatto io qui a New York creando un’associazione post-ideologica che si distacca dai vecchi meccanismi dei rapporti tra istituzioni e cittadini”. Chiama i nostri rappresentanti “figli o figlie”, gli rivolge un invito a continuare nella loro opera in Italia e anche a non trascurare le indicazioni ed i suggerimenti delle comunità di italiani sparse per il mondo.

Intervista con la Rai

L’intervista con la Rai

Dopo una breve pausa pranzo, interrotta (con piacere ed orgoglio degli organizzatori dell’evento) da una richiesta di intervista della RAI che verrà mandata in onda durante il TG1 di Domenica 20 Ottobre, si ricomincia con una presentazione del Professor Sandro Sessarego (Unversità del Wisconsin) e del Dott. Simone Lolli (ricercatore associato alla NASA) – entrambi ex candidati M5S alle ultime elezioni. I relatori ci illustrano come “nonostante il fatto che uno studio recente non ha nominato nessuna università Italiana nelle prime 200 al mondo, molto dei ricercatori e cattedratici più riconosciuti al mondo sono italiani. A dimostrazione che le intelligenze ci sono, ma manca l’infrastruttura che provvedimenti degli ultimi anni – vedi la famigerata legge Gelmini – hanno ulteriormente indebolito.”  Invitano quindi i parlamentari ad operare per ricreare le condizioni di una rinascita dell’impianto di istruzione pubblica in Italia.

Una giornata lunghissima e piena di impegni si chiude con un evento “social” nella bellissima Riverside Church di Harlem, dove ci si rilassa con un bicchiere di Sangiovese e ravioli ricotta e spinaci preparati dalle cucine di Sandro Giusiano, attivista a 5 stelle e proprietario del ristorante Bettolona lontano solo pochi isolati dalla sede dell’evento.

La Domenica è interamente dedicata al classico Meetup, un incontro che si svolge localmente a Manhattan ma anche in streaming online per permettere la partecipazione di attivisti del Centro America e di altre zone del Canada e Stati Uniti che non hanno potuto partecipare fisicamente. Viene subito fuori la trasversalità della base del Movimento. I cittadini eletti rispondono a domande di Serena (assistente sociale del Quebec); Sandro (pensionato del New Jersey);  Stefano (piccolo imprenditore di Vancouver); Massimiliano (programmatore della Silicon valley); Davide e Ilaria (ricercatori di Washington e Philadelphia); Francesco Elisa ed Emanuel (impiegati e professionisti della Bay Area in California). Ma anche a domande poste online via streaming da Ivo e Gianni (pensionati della Repubblica Domenicana) e da Maddy (missionaria residente in Florida). Si parla di tutto: dai rapporti (non sempre facili) tra la base, i rappresentanti in parlamento  e i fondatori del Movimento Grillo e Casaleggio; alle prossime elezioni dove si spera di poter far eleggere nella nostra circoscrizione almeno un rappresentante da mandare a Roma. Alessio, Silvia, Tiziana, Nicola e Pieprpaolo ascoltano attenti. Ci spiegano le difficoltà della loro azione e ci dicono che le nostre osservazioni sono molto simili a quelle che gli fanno gli attivisti nei Meetup locali in Italia. Ma forse, ci dicono, con una passione ancora superiore. Penso che abbiano capito che chi gli parla ha voglia di dare un contributo forte al cambiamento, anche se si tratta di “espatriati”. Che il loro viaggio vorrebbe essere di andata/ritorno e non di sola andata. Che se anche non saranno loro a vederne i frutti, questo cambiamento radicale che sta diffondendosi come una sana epidemia sarà a beneficio dei loro figli e nipoti. E a noi non sembra per niente poco… perché ci sembra di riveder le Stelle.

* Attivista del Meetup Centro Nord America, e Co-Organizer degli eventi celebrativi del 18-20 Ottobre

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Marco Petrini

Marco Petrini

Marco Petrini guida Monini North America dal 2000, dopo aver ideato e creato questa società in funzione dello sviluppo della distribuzione dei prodotti Monini in Nord America. In aggiunta a questo ruolo, Marco è stato anche insignito di un “Honorary Degree in Culinary Arts” da parte della Johnson & Wales University e insegna regolarmente classi e seminari presso la stessa università del Rhode Island. Marco è anche un assaggiatore certificato di olio extra vergine di oliva, con diploma ottenuto dal MICO (Movimento Internazionale per la Cultura dell’Olio) nel 1998. Marco has been running Monini NA, Inc since 2000, after planning and starting the company to help expand the presence of Monini Extra Virgin Olive Oils in North America. In addition to successfully managing the business, he has been recognized by the American Culinary Foundation with an Honorary Degree in Culinary Arts and holds a Diploma from the Olive Oil Tasting Panel Association MICO (Tuscany). Marco also teaches lessons and seminars regularly at Johnson & Wales University to undergraduate and graduate students in the Culinary Arts School. He lives in Connecticut with his wife Simona and his two sons Filippo and Michele, and graduated "cum laude" from the Boston College, Carrol School of Management in 1985 - double majoring in Marketing and Human Resources Management.

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