Dopo che la ministra dell’Interno del Regno Unito Priti Patel ha autorizzato l’estradizione di Julian Assange negli Stati Uniti per affrontare accuse relative alla legge sullo spionaggio, l’Ordine dei giornalisti italiani ha deliberato, all’unanimità, di riconoscergli la tessera onoraria.
“Si tratta, naturalmente, di un gesto simbolico – racconta il presidente della Commissione Antimafia Nicola Morra – ma di estrema importanza, soprattutto in un momento in cui tanti, che prima sostenevano con convinzione la battaglia di Assange e di WikiLeaks, hanno problemi evidenti di memoria, lamentando amnesie ripetute e gravi proprio in concomitanza con la guerra in Ucraina in cui il peso politico della NATO si sta evidenziando sempre più preoccupante”.
Negli Usa, come sottolinea la segretaria generale di Amnesty International Agnés Callamard, “questa decisione mette Assange in grande pericolo e invia un messaggio agghiacciante ai giornalisti in ogni parte del mondo”.
“Sappiamo – continua Morra – che uno dei punti forti delle accuse rivolte al fondatore di WikiLeaks è sempre stato quello di non essere un giornalista. Allora questo recente riconoscimento produce un effetto ancora più benefico dal punto di vista politico, perché sottrae ai detrattori del ‘giornalista’ australiano un argomento capzioso, ma frequentemente utilizzato, indebolendo ulteriormente il fronte degli occultatori della verità”.
“Se perdesse Assange – conclude – perderebbe il diritto di cronaca, e la sconfitta sarebbe per tutto il mondo libero. Tutte e tutti coloro che operano nel mondo dei media rischierebbero di essere messi al bando, laddove osassero indagare sui poteri e i loro segreti. Ed è proprio ciò che, tutti insieme, dobbiamo e possiamo impedire”.