L’accordo siglato con l’Algeria è una tappa di quella che appare sempre di più come una corsa contro il tempo. Una corsa per sostituire i 29 miliardi di gas russo.
Lunedì il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha siglato l’accordo con il quale verranno portati a 9 miliardi i metri cubi di gas provenienti dal paese del Nord Africa attraverso il gasdotto TransMed/Enrico Mattei che porta il metano a Mazara del Vallo, in Sicilia, passando per la Tunisia. Una risposta “significativa”, per Draghi, ma non l’ultima.
Il premier conferma l’offensiva diplomatica del governo iniziata nelle ore immediatamente successive all’attacco della Russia all’Ucraina, per limitare la dipendenza del gas russo (che pesa per circa il 40% sull’import italiano di gas) e cercare strade alternative all’approvvigionamento energetico. Una strategia che porterà il premier nelle prossime settimane a una serie di missioni in Africa, dal Congo, all’Angola al Mozambico.
“Subito dopo l’invasione dell’Ucraina, avevo annunciato che l’Italia si sarebbe mossa con rapidità per ridurre la dipendenza dal gas russo ‒ ha detto Draghi al termine dei colloqui con il presidente della Repubblica algerina, Abdelmadjid Tebboune ‒, gli accordi di oggi sono una risposta significativa a questo obiettivo strategico, ne seguiranno altre”.
La firma dell’accordo siglato da Draghi, dal numero uno di Eni, Claudio Descalzi e dal presidente di Sonatrach, Toufik Hakkar, consentirà a Eni di aumentare le quantità di gas trasportate dall’Algeria attraverso il gasdotto TransMed/Enrico Mattei a partire dal prossimo autunno.
L’intesa consentirà di aumentare “gradualmente volumi crescenti di gas a partire dal 2022, fino a 9 miliardi di metri cubi di gas all’anno nel 2023-24”, fa sapere la stessa Eni. “I nostri Governi hanno firmato una dichiarazione d’intenti sulla cooperazione bilaterale nel settore dell’energia. A questa si aggiunge l’accordo tra Eni e Sonatrach per aumentare le esportazioni di gas verso l’Italia.

L’Italia è pronta a lavorare con l’Algeria per sviluppare energie rinnovabili e idrogeno verde. Vogliamo accelerare la transizione energetica e creare opportunità di sviluppo e occupazione”, ha aggiunto Draghi, accompagnato nella missione algerina dai ministri degli Esteri Luigi Di Maio e da quello della Transizione ecologica Roberto Cingolani. “Italia e Algeria vogliono rafforzare la cooperazione anche in altri campi”, ha aggiunto il premier. Un vertice Intergovernativo tra i due paesi è già in programma e si terrà ad Algeri il prossimo 18 e 19 luglio.
Nel frattempo, il governo continua a cercare nuovi canali per differenziare le fonti di approvvigionamento energetico.
A Palazzo Chigi si è tenuto ieri un vertice al quale hanno preso parte il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Roberto Garofoli, il ministro dell’Economia, Daniele Franco, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega per l’intelligence, Franco Gabrielli, l’amministratore delegato di Terna, Stefano Donnarumma, l’amministratore delegato di Snam, Marco Alverà. Al tavolo, sono state vagliate più opzioni, ma la via maestra sembra ‒ al momento ‒ quella di stringere accordi con altri paesi produttori di energia, come dimostra il fitto programma di Draghi in Africa, nei prossimi giorni. Tutto questo, mentre il governo cerca di contenere l’impatto dei prezi dell’energia sui cittadini. (Agi)