Quando le borse affondano, Bitcoin precipita. Quando i mercati sono in crescita, Bitcoin sale a livelli record: la correlazione tra andamento delle criptovalute e mercati azionari è ormai sotto gli occhi di tutti gli analisti del settore.
In queste ore, con i mercati finanziari europei in profondo rosso e i futures su Wall Street tutti negativi, Bitcoin ha incenerito il 5,66% del suo valore, arrivando a essere scambiato a 33.685 dollari (poco meno di 30.000 euro), valore più basso da giugno. Polverizzati, insomma, tutti i guadagni registrati da gennaio 2021.
Negli ultimi 7 giorni il prezzo del Bitcoin ha perso il 21%: si tratta di uno dei maggiori sell-off della storia delle criptovalute, secondo solamente a quanto avvenuto nel 2017, quando la valuta vide il proprio valore precipitare da 20.000 a 10.000 dollari, per poi inabissarsi a 3.000 a metà 2017.
Non va molto meglio alle altre cripto, con Ethereum indietreggiato del 9,81% (2,256 dollari), Binance Coin che perde il 9,78% (345 dollari) e Cardano l’11,47% (0,99 dollari). La capitalizzazione dell’intero mercato di criptovalute ha perso il 7,28% nel giro di un giorno, assestandosi ora a 1.540 miliardi di dollari.
Tra gli investitori, cripto-investitori in primis, serpeggiano timori a causa della paventata stretta della Federal Reserve alla propria politica sui tassi di interesse: già dalla riunione di mercoledì potrebbero arrivare informazioni sulle prossime mosse della banca centrale Usa. In qualche modo confermando i pregiudizi degli operatori finanziari tradizionali, che considerano il mercato delle criptovalute una montagna russa.
Tra le principali cause della grande fuga dal Bitcoin (e affini) c’è la possibilità che la Federal Reserve statunitense alzi i tassi di interesse per fronteggiare l’impennata dell’inflazione, con l’indice dei prezzi al consumo USA salito del 7% su base annuale, ritmo più veloce dal 1982. Gli investitori abbandonano così gli assets più rischiosi: non solo le criptovalute, ma anche le quelle società quotate al NYSE coinvolte nel business sulle criptovalute e della blockchain.

Tra le conseguenze del crollo di valore delle criptovalute c’è anche uno stipendio più basso per il sindaco di New York, Eric Adams, che ha investito il suo primo stipendio da primo cittadino in criptovalute (Bitcoin ed Ethereum). La mossa, largamente simbolica, è servita a corteggiare la comunità fintech, con l’obiettivo di fare di New York la nuova cripto-capitale d’America. Tuttavia, non è andata esattamente benissimo per il primo cittadino della Grande Mela – che potrebbe aver perso più di $1.000: dai $5.900 netti originari a poco più di $4.700. Non esattamente un buon segnale per la incoraggiare i newyorkesi ad investire.