Avverrà mercoledì 21 ottobre la quotazione della Ferrari, prestigiosa casa automobilistica italiana, alla borsa valori di New York. Per rilanciare l’immagine della “rossa” di Maranello in giro per gli USA, l’A.D. di Fiat-Chrysler, Sergio Marchionne, aveva compiuto nelle scorse settimane un viaggio attraverso diverse città americane alla ricerca di nuovi investitori.
La quotazione in borsa, che riguarderà solo un 10% stimato della compagnia, ha un valore stimato di 17,175 milioni di dollari, e, con un prezzo iniziale di 48 dollari ad azione, dovrebbe fruttare alla compagnia 824 milioni di dollari.

Sergio Marchionne durante il suo recente intervento al gala della NIAF a Washington
Grande enfasi e stata posta da Marchionne, recentemente intervenuto al gran gala della NIAF, sull’importanza di puntare molto sul brand Ferrari per attrarre nuovi investitori. L’attenzione ai dettagli e maniacale, al punto che, come ha affermato Marchionne stesso, la sigla RACE, che identificherà le azioni della casa di Maranello, è stata scelta personalmente da lui, come riferimento alle corse ed alla storica presenza di Ferrari in Formula1, campionato in cui detiene il record di vittorie per il titolo costruttori. Marchionne ha anche spiegato che avrebbe preferito la sigla RED (rosso), storico colore delle auto del cavallino rampante, ma che purtroppo era gia in uso. Inoltre, nei fact sheets che delineano le principali caratteristiche dell’azienda ai possibili investitori, il termine luxury viene ripetuto ben 150 volte, ad indicare chiaramente lo status di Ferrari come marchio leader non solo nell’ambiente automobilistico ma anche nel mondo del lusso in generale.
Per comprendere meglio gli effetti della quotazione in borsa di un marchio storico italiano, ed i conseguenti risultati per FCA, che del gruppo detiene il 90%, abbiamo provato a chiedere a qualcuno tra i brokers di Wall Street: tutti sembravano prevedere risultati positivi per il titolo ma, tra i pochi che si sono dilungati nelle spiegazioni, il più chiaro e stato R. analista per uno studio di cui non ha voluto darci il nome. “Ferrari e più di un azienda, e un brand di altissimo livello, non c'è bisogno di chiedere come andra il titolo, è già chiaro che tutti vorranno comprare” (mentre scriviamo è arrivato infatti l’annuncio da parte di FCA della sottoscrizione del totale delle quote d’adesione, ben 48 ore prima del lancio del titolo) “il problema” continua R. “è che quotano la compagnia dichiarando un ingente debito, mentre la Ferrari risultava in attivo fino a poco tempo fa. È chiaro quindi che FCA ha riversato su Ferrari parte del suo debito per migliorare i conti e, sebbene questo non sia sbagliato, potrebbe creare problemi al gruppo sul lungo periodo ”.
In effetti la notizia dello “scarico” del debito Fiat su Ferrari era stata ventilata gia nei mesi scorsi, come una soluzione per la salvaguardia dei conti dell’azienda, e proprio la gestione finanziaria di Ferrari era uno dei temi caldi su cui si è consumato circa un anno fa lo scontro mal celato tra Marchionne e l’ex presidente Ferrari, Luca Cordero di Montezemolo, dimessosi nel settembre 2014 dopo le critiche di Marchionne sul suo operato in Formula1 (ma non sulla gestione finanziaria dell’ azienda, sempre in ottimo stato durante la gestione Montezemolo).
FCA guarda quindi con interesse ai risultati di mercoledì, in attesa di ulteriori notizie sull’accordo definitivo coi sindacati americani per il rilancio di Chrysler, necessario per il futuro dell'azienda e sulla possibile fusione con General Motors, su cui l’agenzia di rating Standard & Poor’s ha dato un parere negativo nei giorni scorsi, basandosi sulla situazione dei conti del gruppo Fiat.