“Mi scuso per non aver indossato l’abito adatto stasera, ma viaggio troppo e non posso permettermi di sottrarre tempo al lavoro preoccupandomi di scegliere anche i vestiti giusti”.
Quando Sergio Marchionne prende la parola sul palco del gala annuale del NIAF, il salone del Marriott Wardman Park gli tributa un’accoglienza più che calorosa, nonostante abbia infranto le regole del bon-ton, presentandosi ad un gala in black tie senza abito da sera. Al suo posto, l’immancabile maglioncino di cashmere, indossato ostinatamente oramai come un vezzo. “Diciamo che questo è il nuovo dress-code internazionale” ha scherzato l’amministratore delegato di Fca. Marchionne ha ricevuto quest’anno lo Special Achievement Award della National Italian American Foundation, durante i festeggiamenti del suo quarantesimo anniversario.
Che il CEO non abbia tempo per i cambi d’abito è un dato di fatto, in verità. A Washington, difatti, è arrivato nelle pauese del tour di presentazione dedicato alla quotazione in borsa della Ferrari. Il Cavallino arriverà a Wall Street mercoledì con una valutazione preliminare di circa dieci miliardi di dollari.
Lo stesso Marchionne ha scelto personalmente il simbolo “Race” per la casa di Maranello “Red purtroppo non era disponibile. Race però piace molto e sarà il punto di forza della campagna di marketing”.
Marchionne ha poi indugiato nelle sue memorie di “migrante”, aprendo uno spaccato molto personale: l’arrivo in Canada del padre carabiniere, migrante alla ricerca di un futuro migliore per la sua famiglia.
Nel parterre ovviamente l’ambasciatore d'Italia Claudio Bisogniero, che ha personalmente accolto Marchionne.
Quest’anno la Niaf ha premiato anche Franco Nuschese, Amato L. Berardi, Richard E. Caruso, Connie Francis, Mario Gabelli, Steve Perillo, Alfred M. Rotondaro e Josephine J. Gargiulo Templeton.
Un programma lungo, ma sicuramente molto ritmato e spedito, con gli host Maria Bartiromo di Fox News e il presidente del NIAF John Viola.
“Spero che la gente abbia trascorso una bella serata” dice Viola, mentre si ferma per qualche minuto a chiacchierare con noi nel foyer, dopo la lunga maratona sul palco. “Sono felice di aver festeggiato il nostro quarantesimo al meglio. Credo che gli ospiti abbiano apprezzato”.
John è il volto nuovo del NIAF: giovane, dinamico, ricercatissimo nello stile.
“Mi piacerebbe che la Fondazione sia sempre più attiva, pronta ad affrontare la contemporaneità con freschezza e dinamismo”. In fondo la sfida di John Viola è quella di legare le due anime degli Italiani d’America, senza creare attriti ma unendo le potenzialità di entrambe. Da un lato la tradizione, l’esperienza e il retaggio culturale dei più anziani; dall’altra l’entusiasmo e l’energia delle nuove generazioni.
L’audience è letteralmente impazzita quando le luci hanno illuminato il trio di giovani tenori del “Volo”. Un tripudio per questi tre giovanissimi cantanti a metà tra il pop e la lirica, vincitori dell’ultima edizione del Festival di Sanremo. La loro interpretazione di “Nel blu dipinto di blu” è riuscita a trascinare la sala: ogni singolo ospite del Marriot ha intonato il ritornello “Volare” con la passione patriottica che si riserverebbe ad un inno nazionale.