I tirocini formativi realizzati in Sicilia con i fondi dell’Unione Europea si stanno rilevando come l’ennesima occasione perduta. Risorse pubbliche ‘a pioggia’ per sfamare clientele. Insomma, quella che dovrebbe essere un’occasione di sviluppo si sta rilevando l’ennesimo ‘sostegno’ al sottosviluppo.
La denuncia è della Cgil siciliana, che tira le somme del programma Garanzia Giovani. Domani, 5 ottobre, sarà l’ultimo giorno in cui sarà possibile attivare uno dei 27 mila tirocini formativi. Un bilancio dal quale, sottolineano Monica Genovese, della segreteria della Cgil Sicilia, e Andrea Gattuso, del dipartimento politiche giovanili del sindacato, "emergono non poche storture" che spingono il sindacato a chiedere "di intensificare i controlli per smascherare gli abusi e gli stage truffa".
Secondo la Cgil siciliana, infatti, in molti casi il programma Garanzia Giovani è stato utilizzato per "regolarizzare rapporti di lavoro che prima sussistevano in nero" e spesso "i tirocini nascondono rapporti di lavoro vero e proprio in cui non è presente nessuna azione formativa". Tanti tirocini, precisano i sindacalisti, sono stati attivati con l’accordo diretto tra l’azienda e il tirocinante, mentre sono pochissimi i giovani selezionati in base al curriculum.
"In pratica – dicono Genovese e Gattuso – ha potuto iniziare un tirocinio, nella maggior parte dei casi, solo chi aveva già preso contatti diretti con le aziende. Sono inoltre molti i casi accertati di ragazzi che hanno ammesso di svolgere normali mansioni di lavoro e in certi casi anche oltre le 40 ore settimanali". Siamo allo sfruttamento dei ragazzi, altro che tirocini formativi!
A questo si aggiungono i ritardi nei pagamenti. "In alcune province – sottolineano i due sindacalisti – i tirocinanti aspettano la loro indennità da oltre quattro mesi: noi chiediamo lo sblocco immediato delle indennità".
La Cgil ricorda che "gli stage non sono rapporti di lavoro e non possono sostituire il lavoro subordinato, ma devono configurarsi come esperienze di formazione on the jobs". A tal fine la Cgil torna a sollecitare l'adozione di un provvedimento che regolamenti i tirocini in Sicilia "per prevenire gli abusi e sancire un minimo di diritti per i giovani in stage formativo, a partire dall’orario di lavoro". Domani, 5 ottobre, i tirocini attivati con Garanzia giovani saranno 27 mila, con un finanziamento di 98 milioni di euro di cui circa 14 milioni andranno agli enti promotori e il resto alle indennità di 500 euro mensili per sei mesi ai tirocinanti.
La Sicilia non è fortunata con i tirocini formativi. Ricordiamo la bufera di qualche anno fa, quando l’ex assessore regionale alla Formazione professionale, Nelli Scilabra, e l’allora dirigente generale del settore, Anna Rosa Corsello. Polemiche al vetriolo e risorse finanziarie bloccate. Sembrava che con l’arrivo del nuovo assessore regionale al Lavoro, Bruno Caruso, lo scenario dovesse cambiare. Invece, stando alla denuncia della Cgil, a trionfare sono le clientele.
Fin qui il comunicato sindacale che, in pratica, conferma che questo programma comunitario applicato in Sicilia, più che di sviluppo, si occupa di proseguire con il sottosviluppo, culturale e politico prima che economico e amministrativo. Siamo, insomma, davanti al solito scenario: con le imprese che utilizzano le provvidenze e gli incentivi destinati allo sviluppo tecnico-professionale e tecnologico non guardando all'innovazione, ma per intercettare il facile guadagno immediato. Insomma, la convenienza, anche se di basso profilo, subito, mentre per il progresso delle aziende c'è sempre tempo per pensarci. Forse quando saranno varate misure idonee e convenienti per l'impresa, purché queste non comportino i rischi dell'investimento.
La denuncia del sindacato è più che legittima ed opportuna. Anche se noi siamo sicuri che gli uffici regionali che gestiscono, per conto dell’Unione Europea, questi fondi per la formazione avanzata, non muoveranno un dito per effettuare controlli. Tanto ormai siamo alla scadenza dell'agibilità delle misure di sostegno alla formazione applicata: quindi meglio non perdere tempo in controlli inutili… Quel che è stato è stato. Semmai sarà per la prossima volta.
Questa modalità di utilizzazione clientelare delle provvidenze pubbliche condannerà all'infinito sottosviluppo la Sicilia e i siciliani. Un'altra occasione mancata? Chista cu l'avutri. Traduzione: non è la prima, né sarà l'ultima.
*Riccardo Gueci, con quest'articolo, non ci illustra soltanto un comunicato della Cgil siciliana su come, nella nostra Isola, si stanno spendendo i soldi per i tirocini formativi (pagati dall'Unione Europea). Ma ci invita anche a riflettere su uno dei mali del Sud Italia duro a morire: la gestione clientelare dei fondi pubbliciche, invece si sostenere l'innovazione del tessuto economico siciliano, di fatto vanno a sostenere la malapolitica dell'io do una cosa a te e tu dai una cosa a me… Tirocini formativi fasulli, sfruttamento di giovani e persino pagamenti che non arrivano: di tutto e di più.