Quella dei rifiuti in Sicilia è la storia di una grande follia. In questi giorni d’estate seguiamo questa e altre vicende legate alla monnezza, se è vero che, in molte città dell’Isola, i rifiuti costituiscono un serio problema. Sono un problema perché rimangono per giorni e giorni lungo le strade, provocando il disgusto non soltanto tra i cittadini siciliani, ma anche tra i turisti (a Palermo i turisti che arrivano con le navi da crociera hanno detto che la città è bella, ma è troppo sporca). E sono un problema perché, ancora oggi, nell’anno di grazia 2015, mentre nei Paesi civili di mezzo mondo i rifiuti vengono riciclati, in Sicilia vengono sepolti sotto terra, inquinando l’ambiente, dalle falde idriche ai terreni fino all’aria che si respira.
Nell’universo della follia siciliana legata alla folle gestione dei rifiuti c’è una follia che fa storia a sé: è la storia, tormentata è incredibile, della discarica 'Valanghe d’inverno' che si trova al confine tra due Comuni del Catanese: Motta Sant’Anastasia e Misterbianco. Già il nome, per dirla con una vecchia canzone di Francesco De Gregori, “ricorda il crollo di una diga”. E, in effetti, di crollo si tratta: ma di crollo della ragione. Perché questa discarica, commissariata perché fuori legge, viene gestita da tre commissari, nominati da un Prefetto della Repubblica, che percepiscono l’incredibile somma di 90 mila euro al mese a testa!
Non lo diciamo noi: lo ha denunciato un parlamentare della Repubblica eletto in Sicilia: Giuseppe Berretta, esponente del PD catanese. Nel giornale on line Sud giornalismo d’inchiesta (come potete leggere qui), Beretta afferma: “E’ impensabile che i tre commissari nominati dal Prefetto di Catania, Maria Guia Federico, per gestire la discarica Oikos al confine tra Misterbianco e Motta Sant’Anastasia arrivino a guadagnare 90 mila euro al mese ciascuno”
“Una vicenda, quella della discarica Valanghe d’Inverno – leggiamo sempre su Sud giornalismo d'inchiesta – che già di per sé ha dell’incredibile per i continui rinvii al provvedimento di chiusura, stabilito anche dalla Regione per la data odierna e che ci auguriamo venga davvero rispettato”. L’articolo in questione risale allo scorso luglio. Ma non sembra che le cose siano cambiate.
“Al Prefetto di Catania, che ha effettuato la nomina dei tre commissari, Stefano Scammacca, Riccardo Tenti e Maurizio Cassarino – dice ancora il parlamentare – chiediamo se corrisponda al vero che i minimi tariffari di cui parlano gli stessi commissari prefettizi per il loro compenso siano fissati addirittura in 90 mila euro al mese per ognuno di loro. Lungi da me voler sminuire l’impegno dei tre esponenti, ma la cifra di cui si parla ci sembra assolutamente sproporzionata, ingiustificata e molto al di là di qualunque logica e del buon senso”.
“Mi auguro che il Prefetto Federico verifichi il compenso stabilito ed eventualmente ponga immediati provvedimenti – conclude Berretta -. Spero infine che la Regione metta la parola fine sulla discarica della Oikos, avversata dai cittadini e dai comitati dei due Comuni e al centro di vicende giudiziarie preoccupanti”.
Ad opporsi, da sempre, alla discarica sono i Comuni della zona. In prima fila c’è il sindaco di Misterbianco, Nino Di Guardo, un politico che viene dal vecchio Pci. Un personaggio che non le manda mai a dire. Ma la lotta di questi amministratori comunali è servita a poco. In effetti, per un certo periodo le cose sembrava che dovessero cambiare. Assessore regionale con la delega alla gestione dei rifiuti era allora il magistrato Nicolò Marino. Ed è stato proprio Marino a disporre prima i controlli sulla discarica e poi la chiusura. Una vicenda finita anche sui tavoli dei magistrati. Una storia che coinvolge il titolare della discarica, Domenico Proto, uno degli uomini più potenti nel mondo delle discariche private della Sicilia (l’altro personaggio potente che opera in questo settore è il vice presidente di Confindustria Sicilia, Giuseppe Catanzaro, titolare della società alla quale fa capo la mega discarica di Siculiana, in provincia di Agrigento).
Insomma, quando parliamo della discarica 'Valanghe d’inverno', parliamo di una discarica privata. Dicevamo di una discarica che è stata chiusa ai tempi in cui assessore era Marino. Poi Marino è stato messo fuori dal governo della Regione di Rosario Crocetta. E la discarica è stata riaperta nel nome dell’emergenza, tra le proteste degli abitanti e degli amministratori comunali di questi luoghi.
La storia è finita anche al Tar Sicilia (Tribunale amministrativo regionale). Con un ricorso presentato dai titolari della discarica. Che, ovviamente, vorrebbero tornare ad operare. Solo che il Tar, sezione di Catania, nei giorni scorsi, ha rigettato il ricorso presentato dalla società Oikos. La società che gestisce la discarica aveva chiesto l’annullamento del decreto con il quale la Regione non ha concesso il rinnovo dell’autorizzazione del 2009. Così, per questa contestata discarica, si rafforza la tesi della chiusura. Questo perché l’impianto avrebbe raggiunto il limite massimo per abbancare rifiuti: 240 mila metri cubi (con la parola abbancare s’intende la ‘sepoltura’ dei rifiuti). Ovviamente, ad opporsi alla riapertura della discarica sono stati i cittadini, con in testa i sindaci della zona.
La vicenda Oikos è paradigmatica della gestione dei rifiuti in Sicilia: gestione, l'abbiamo già sottolineato, imperniata sulle discariche. Questo perché si assiste all’avvelenamento dell’ambiente e al contestuale spreco di risorse finanziarie. Tre commissari che percepiscono 90 mila euro al mese cadauno non sono uno scherzo. Anche perché a pagarli sono gl’ignari cittadini sicilaini con le tasse.
Nel caso di questa discarica siamo davanti, come già ricordato, a una follia, in un’Isola dove l’indebitamento dei Comuni, solo per la gestione folle dei rifiuti, sfiora i due miliardi di euro! Due miliardi di euro che i cittadini siciliani pagheranno con le ‘bollette’ nei prossimi anni. Ma questo nessuno glielo dice. Per ora si continuano a pagare 90 mila euro a testa ai commissari…