A che punto è la reindustrializzazione di Termini Imerese? Di scena la cittadina a pochi chilometri da Palermo fino a qualche anno fa sede di uno stabilimento Fiat. Stabilimento chiuso dalla fabbrica automobilistica. Dal 2011 si parla di rilancio di questi sito industriale. Ma, da allora ad oggi, a parte le promesse, l’unica cosa che rimane in piedi è la cassa integrazione. In circa quattro anni sono stati lanciati quattro o cinque idee di rilancio industriale che si sono rivelate prese in giro. Anche l’ultimo progetto – Blutec – non sembra stia registrano grandi successi. Almeno a giudicare da quello che scrivono in un comunicato gli esponenti del Movimento 5 Stelle.
“Nessun posto di lavoro creato da Blutec nello stabilimento ex Fiat – dicono i grillini -. Anche il secondo accordo di programma quadro sottoscritto dal Ministero dello sviluppo economico, dalla Regione siciliana ed dal Comune di Termini Imerese inizia con il piede sbagliato. Sono passati sei mesi dalla firma dell'atto, finalizzato alla promozione del progetto di riconversione e riqualificazione industriale del polo di Termini Imerese per l'attrazione di nuovi investimenti produttivi in grado in grado di assicurare la salvaguardia della presenza industriale e dell'occupazione, ma nulla è cambiato. Nell'area ex Fiat, va in onda un film già visto, con le ex tute blu che continuano ad essere appiedate”.
A parlare sono il deputati nazionale Riccardo Nuti, il deputato del Parlamento siciliano Giorgio Ciaccio e la consigliera comunale 5 Stelle di Termini Imerese, Manuela Sinatra, che, in riferimento ai progetti industriali che, da quattro anni si susseguono a ritmo continuo senza costrutto, parlano di “telenovela”.
“Ho denunciato fin dai primissimi tavoli tecnici le menzogne che venivano dette per nascondere l'inadeguatezza di soluzioni concrete del governo nazionale e del suo ministero dello Sviluppo economico – afferma il deputato alla Camera, Nuti -. Ho segnalato alla Guardia di Finanza tutte le ombre ed i raggiri che la politica voleva realizzare sulle spalle dei lavoratori, illudendoli con possibili posti di lavoro. Ma tutto rimane immutato. La realtà è quella di un bluff che si ripete nel tempo, grazie alla complicità fra ministero dello Sviluppo economico, ministero del Lavoro, sindacati e politicanti locali. L'ultima riunione che si è svolta presso il ministero è stata rinviata, in linea con quanto accaduto in passato, con il solo scopo di erogare la cassa integrazione, piuttosto che di avviare un serio progetto industriale”.
“L'accordo è già nullo – aggiunge il deputato Cinquestelle al Parlamento dell’Isola, Ciaccio – gli attori in campo non sono in grado di rispettare quello che loro stessi scrivono. L'articolo 7 dell'atto prevedeva l'istituzione di un gruppo di coordinamento e controllo per sovraintendere alla verifica dell'attuazione dello stesso. Ad oggi non solo non è stato costituito, ma non avendo fatto nulla, nulla può essere verificato. Inoltre l'accordo presenta serie criticità sulla relativa copertura economica”.
“L'operazione – continua il deputato regionale – si è rivelata identica a quella farsa che si stava tentando con Grifa. Con Blutec mancano 18 milioni di euro di ricapitalizzazione per raggiungere i 24 milioni previsti. Mancano 14 milioni di euro per raggiungere il minimo investimento previsto da Invitalia per il contratto di sviluppo. La stessa Invitalia che, nel dicembre del 2014, aveva espresso parere favorevole all'ammissibilità alla finanza agevolata per il contratto di sviluppo e che ad oggi però non lo ha approvato”.
Il risultato, come già accennato, è che per gli operai che prestavano servizio presso lo stabilimento Fiat di Termini Imerese (circa mille e 200 addetti) l’unica cosa certa è la cassa integrazione. “Le norme prevedono che questa cassa integrazione debba essere verificata ogni 6 mesi – dice sempre Ciaccio – per proseguire in base agli sviluppi del progetto industriale. Ma a fine giugno è scaduto il primo semestre senza che nulla sia accaduto. Non è quindi pensabile continuare ad elargire soldi in violazione di norme. Si ponga fine a questo teatrino e si aiutino i cittadini in difficoltà con il reddito di cittadinanza, una norma già pronta, in discussione in Senato, con coperture certificate e confermate anche di recente dall' ISTAT. Si permetterebbe a milioni di persone di liberarsi dal ricatto dei partiti che promettono di anno in anno ma che vengono puntualmente smentiti dai fatti”.
Anche la consigliera comunale di Temini Imerese, Sinatra, non usa giri di parole: “Abbiamo detto più volte al sindaco ed a tutti i sindacati si smetterla di illudere i lavoratori e di battersi per la prima volta per il bene del nostro territorio ed i nostri concittadini”.