Dopo mesi di lavoro 15 ex dipendenti della Triscele sono finalmente pronti per produrre nuovamente birra nella Città dello Stretto. La cooperativa "Birrificio Messina", nata dalle ceneri della vecchia fabbrica, infatti, sfornerà le prime bottiglie della "nuova" ricetta entro la fine di settembre, facendo ripartire una produzione che negli anni passati veniva particolarmente apprezzata.
Tenacia, ambizione e amore per la propria terra. Sono sicuramente questi i principi base che, circa un anno fa, hanno fatto ripartire dal nulla la produzione di birra in riva allo Stretto. Il marchio Birra Messina ha una storia particolare quanto travagliata: per 65 anni gli stabilimenti della zona industriale hanno realizzato bottiglie commercializzate in Italia e all'estero, creando una vera e propria "sicurezza da gustare". A partire dal 1988, però, comincia il declino: la Heineken Italia assorbe il marchio, relegando alla fabbrica messinese solo l'imbottigliamento.
Nel 2007 la Triscele, azienda della famiglia Faranda interessata a rilanciare la Birra Messina, si accorda con la Heineken per riprendere in mano la situazione. Ma la crisi economica rende tutto complicato. Dal Gennaio 2010 un ‘buco’ economico costringe i lavoratori stessi a puntare tutto su una riduzione delle retribuzioni per creare nuovi investimenti. Ma è solo l'inizio della fine. Altri guai colpiranno la Triscele, la quale sarà costretta, poco più di un anno dopo, a licenziare i dipendenti.
I 15 ex lavoratori della Triscele non si sono arresi. Hanno investito i propri Tfr (Trattamenti di fine rapporto) nella rivincita della tradizione ed hanno fondato la cooperativa "Birrificio Messina". E adesso sono pronti per ripartire.
Una ripartenza che guarda al futuro. Non dimenticando i fasti del passato, quando la Birra Messina era conosciuta in Italia e in alcuni Paesi del mondo. Anni e anni di ricordi celebri, di traguardi che hanno fatto conoscere il nome della Città della Stretto un po’ dovunque: la birra ai 5 malti prodotta in Sicilia ha ‘viaggiato’ per l'intero globo, richiesta in quantità industriali, durante le feste nel quartiere di Little Italy, a New York; o durante i raduni nell'America Latina, specialmente in Argentina. La crisi ed i continui cambi di timone hanno ucciso il "sogno siciliano", ma la favola sta per ricominciare.
Ai 15 nuovi impresari sono stati consegnati, dalla Regione siciliana, i capannoni 4 e 10 nella zona dell’ex Consorzio Asi, dalle parti di Larderia. Il magazzino è già pronto mentre fervono i preparativi per completare lo stabile dedicato alla produzione. Entro la prima metà di questo mese verranno effettuati i sopralluoghi per scegliere quali macchinari cominciare a montare. Sono i numeri a parlare per la Cooperativa: l'investimento iniziale di un milione e mezzo di euro è cresciuto fino a toccare i tre milioni e mezzo. L'obiettivo iniziale del birrificio era sviluppare circa 20 mila ettolitri. Ma siccome le aspettative di mercato vanno al di là delle previsioni, la cooperativa punta adesso, con un budget di 50 mila euro, a produrre ben 80 mila ettolitri.
Mimmo Sorrenti, presidente della cooperativa, ci mostra tutto il suo entusiasmo: "Un risultato del genere – dice – era impensabile per chi non ci credeva. Noi ci abbiamo creduto. Abbiamo trasformato due depositi in locali pronti per ospitare una fabbrica di birra, facendoci carico di ogni lavoro, e abbiamo ricevuto una risposta eccellente da vari enti pubblici e privati. Un grande grazie va soprattutto alla Fondazione Comunità, capitanata da Gaetano Giunta, al Geometra Gemelli, agli Ingegneri Jeni e D'Andrea ed al Dottor Scillo, professionisti che sono stati sempre al nostro fianco. Siamo pronti ad entrare nel mercato partendo dal basso per ritornare a fare birra con più passione di prima".
L'Amministrazione regionale, il Comune di Messina e i cittadini hanno sostenuto l’iniziativa con donazioni e manifestazioni che hanno aumentato il consenso verso il progetto. In tutta Italia (e anche all'estero) si è sparsa la voce ed in migliaia adesso fremono per assaggiare la ricetta. Le prime bottiglie dovrebbero uscire dalla fabbrica entro Ottobre (a fine Settembre comincerà il ciclo di 21 giorni necessario alla produzione della birra), coronando un sogno che di certo, come potrebbe recitare una pubblicità, “ha tutto un altro sapore”.