La rivoluzione del caffè in America sarà anche partita da Seattle ma, secondo Dorothy Cann Hamilton, fondatrice e CEO dell'International Culinary Center di New York e presidente dei Friends of the USA Pavillion EXPO Milano 2015, il merito di aver introdotto negli Stati Uniti la "cultura del caffè" va all'azienda italiana Illy.
La Cann Hamilton ha ribadito la sua teoria di fronte ad un gruppo ristretto di giornalisti newyorchesi raccolti la scorsa settimana al ristorante Locanda Verde in Tribeca e allo stesso Andrea Illy, intervenuto all'incontro per la presentazione del Padiglione del Caffé (Coffee Cluster) in via di allestimento all'EXPO di Milano 2015 e per annunciare la partnership tra la stessa Illy e il padiglione degli Stati Uniti.
"Venticinqe anni fa, la Illy é venuta nelle nostre scuole – ha dichiarato Dorothy Cann Hamilton – ed ha iniziato il processo di educazione dei nostri allievi insegnando loro gli aspetti fondamentali nella lavorazione e preparazione del caffè e quella stessa cultura del caffé che abbiamo oggi in America è anche e soprattutto il prodotto di questo contributo di Illy".

La presentazione a New York ai giornalisti della partnership di Illy Caffè con l’USA Pavilion EXPO Milano 2015
La Cann Hamilton ha poi continuato enfatizzando l'opportunità che l'esposizione universale di Milano in programma dal 1 maggio al 31 ottobre di quest'anno rappresenta mettendo in evidenza l'enorme importanza economica e culturale dell'evento, infilando nel suo discorso anche un'appassionata difesa della cucina americana: "Sapremo mostrare al mondo di cosa è capace l'America anche in cucina. Molti credono che la cucina americana significhi ancora solo hamburgers e noi gli dimostreremo che la cucina americana in realtà si è evoluta ed è diventata all'avanguardia mondiale per innovazione, tecnologie e corsi di preparazione".
Mitchell Davies, Chief Creative Officer e vicepresidente dei Friends of the USA Pavillion all'EXPO Milano 2015 e vicepresidente della James Beard Foundation, ha ripreso il filo del discorso della Dorothy Cann e ha colto lo spunto per presentare in dettaglio il padiglione americano che, secondo i piani degli organizzatori, si divide fondamentalmente in due principali aree tematiche: una dedicata alla "food security" cioè alla disponibilità alimentare del futuro per una popolazione mondiale che continua a crescere, e l'altra più propriamente culturale dedicata alla tradizione culinaria americana con un occhio particolare alla sostenibilità nell'agricoltura.

Dorothy Cann Hamilton, Andrea Illy, Mitchell Davis e Marc Murphy
Dopo questi interventi è stata poi la volta di Andrea Illy che, dopo un breve video sulla partnership di IllyCaffè con EXPO 2015, ha fatto notare l'enorme importanza socio-economica del caffè nell'alimentazione e come i responsabili dell'EXPO hanno deciso di dedicare a questa bevanda un'intero padiglione (Video presentazione di Andrea Illy qui e anche qui) . "Questo padiglione – ha detto Illy – rappresenterà la più imponente celebrazione del caffè nella storia sia per quanto riguarda i numeri che i contenuti. In termini di numero, perché avrà una durata di sei mesi, più di venti milioni di visitatori e rappresenterà la più completa simbiosi tra paesi produttori e paesi consumatori. Anche le dimensioni del padiglione sono molto vaste con i suoi quarantacinquemila piedi quadrati. Dal punto di vista dei contenuti – ha continuato l'imprenditore – ci accingiamo a presentare il passato, il presente e il futuro del caffè attraverso queste tre dimensioni: il prodotto (dalla pianta alla tazza); la cultura: il caffè come bevanda ufficiale della cultura; e il suo esotismo: il caffè come prodotto coltivato in svariate parti del mondo, per lo più in paesi in via di sviluppo e consumato per lo più nei paesi industrializzati dell'emisfero settentrionale".
Illy ha poi messo in evidenza, numeri alla mano, il periodo di rinascenza che la sua industria sta attraversando, snocciolando una serie di dati economici invidiabili per molti altri settori imprenditoriali.
Ma l'enfasi principale é sui mutamenti in atto nella "cultura del caffè" cioé nel modo in cui il consumo di questa bevanda viene percepito dal suo crescente pubblico di fruitori.
"Per quanto riguarda il presente del caffè, noi intendiamo metterne in evidenza tre virtù fondamentali – ha detto Illy – che hanno favorito quasi un raddoppio della produzione mondiale nell'ultimo decennio. Assieme all'Italia, gli Stati Uniti é uno dei i paesi che hanno contribuito maggiormente a questa rivalutazione del caffè che, nell'ultimo decennio si é trasformato da prodotto puramente di consumo ad una 'specialità' che enfatizza 'un'esperienza'. Il pubblico è sempre più composto da appassionati interessato a scoprirne le origini, le ricette, i più recenti prodotti per la sua preparazione a casa".
Ma la riscoperta del caffè è stata favorita anche da recenti studi medici che hanno, in qualche modo, cambiato le idee della gente sugli effetti del caffè sulla salute: "Se da una parte il caffè si è trasformato da merce di consumo in specialità – ha dichiarato l'imprenditore triestino – c'è anche da dire che i più recenti studi mostrano che il caffè ci allunga la vita. E' stato dimostrato infatti che questa bevanda svolge un'azione benefica sulla prevenzione di alcune malattie come il diabete 2 e altre malattie degenerative come l'Alzheimer il morbo di Parkinson. Ci sono decine di istituzioni e circa ventitremila studi medici compiuti nell'ultimo decennio che dimostrano le virtù medicinali del caffè legittimandole con una solida base scientifica".
Il caffè quindi negli ultimi anni è riuscito a vincere un'importante battaglia di "pubbliche relazioni" cambiando la sua immagine e riuscendo ad imporsi perfino come "coltura virtuosa" grazie alla sua sostenibilità ambientale.
Tutti questi pregi, coniugati all'opportunità di emancipazione sociale che esso rappresenta per molti paesi produttori, hanno fatto del caffè una delle storie a lieto fine dell'industria alimentare e Andrea Illy ha voluto giustamente ritagliarsi uno spazio di merito per il ruolo svolto dalla sua azienda non solo nella diffusione commerciale di questo prodotto ma anche e soprattuto della sua promozione culturale.
"Voglio informarvi del fatto che l'Organizzazione Internazionale del Caffè ha stabilito che il primo ottobre sarà il primo Giorno Internazionale del Caffè – ha rivelato Illy – Una ricorrenza il cui obiettivo è quello di stimolare il consumo di questa bevanda ma anche di metter in rilievo i cambiamenti e lo sviluppo sociale in atto in molti paesi produttori. Molti di essi sono ancora paesi poveri e il nostro obiettivo, attraverso l'EXPO, è quello di favorire il ciclo virtuoso costituito da un'aumento del consumo e quindi da un corrispettivo aumento della produzione e del valore aggiunto a beneficio dei paesi produttori".

Andrea Illy ascolta le domande dei giornalisti
Quando è arrivato il momento delle domande, La VOCE ha chiesto ad Andrea Illy se nel padiglione americano, dato che il nome della sua azienda, con quella "y", non ricorda un'origine italiana, sarà studiato un modo per evidenziare ai visitatori che IllyCaffé è un prodotto "Made in Italy". "E' vero che noi siamo un'azienda nata in Italia" ha risposto il triestino Andrea Illy, ricordando le origini ungheresi del nonno, "ma è anche vero che il nostro prodotto arriva da tanti altri paesi e siamo presenti con il nostro caffé in tutti i continenti. Ormai siamo un'azienda globale ed è giusto essere percepiti anche così".