La FAA è finita nel mirino del Dipartimento per l’efficienza governativa di Elon Musk. Dopo il terribile schianto aereo verificatosi a Washington DC la scorsa settimana, l’uomo più ricco al mondo ha affermato che il DOGE apporterà delle modifiche al sistema di controllo del traffico aereo del Paese.
Un’iniziativa che, stando a quanto affermato dal 53enne di Pretoria, avrebbe già il sostegno del presidente Donald Trump. Anche il segretario ai Trasporti, Sean Duffy ha confermato la notizia, affermando che il team di Musk “si impegnerà per contribuire ad aggiornare il nostro sistema aeronautico”.
In un post su X, l’uomo più ricco al mondo ha fatto notare come nel weekend il sistema di notifica di sicurezza della Federal Aviation Administration “ha avuto problemi per diverse ore”.
Le parole di Musk arrivano pochi giorni dopo il disastro aereo verificatosi presso la capitale statunitense, dove la scorsa settimana la collisione tra l’elicottero militare Blackhawk e un jet dell’American Airlines ha provocato la morte di 67 persone. Praticamente il peggior disastro nei cieli statunitensi degli ultimi 20 anni. Il National Transportation Safety Board ha avviato un’indagine sulla vicenda, e si aspetta che il rapporto preliminare sia disponibile entro 30 giorni dall’incidente.
Secondo l’ultimo aggiornamento dell’agenzia, il Blackhawk è ancora nel Potomac e detiene informazioni chiave per l’esito delle ricerche. In ogni caso, la tragedia di Washington ha aperto al DOGE la possibilità di ficcare nuovamente il naso all’interno di un’agenzia federale.
Prima delle affermazioni sulla FAA, infatti, il dipartimento guidato da Musk ha ottenuto l’accesso al sistema di elaborazione dei pagamenti del Tesoro, prendendo al contempo il controllo dell’Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale (USAID). Una vicenda che ha generato diverse polemiche soprattutto tra le fila dei democratici.
Ma a dire il vero, negli ultimi tempi la continue ingerenze dell’uomo più ricco al mondo nei confronti del governo federale, hanno messo sul chi va là anche gli stessi repubblicani, che in un primo momento si erano mostrati sicuramente favorevoli ad un coinvolgimento del 53enne nell’amministrazione Trump 2.0.
Basti pensare che nel sondaggio targato The Economist/YouGov, condotto nei giorni successivi alle elezioni del novembre 2024, il 47% degli elettori del GOP intervistati dichiarò che Musk avrebbe dovuto esercitare “molta” influenza sulla leadership federale.
In una nuova indagine di questi giorni, invece, solo il 26% dei repubblicani ha affermato lo stesso. Il sostegno nei confronti di Elon è crollato anche tra i democratici, passando dal 15% del periodo pre elettorale al 6% odierno.