Nella giornata di oggi, il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, varcherà la soglia della Casa Bianca, dove sarà ospite del presidente statunitense Donald Trump. Netanyahu diventerà così il primo leader mondiale ad incontrare Trump dopo il suo insediamento a Washington.
Al centro della discussione tra i due, vi sarà il futuro del conflitto a Gaza, mentre sono iniziate le trattative per una seconda fase di un accordo di cessate il fuoco, che porrebbe fine alla guerra con Hamas e porterebbe alla liberazione di tutti gli ostaggi israeliani. Si discuterà, inoltre, anche di un affare che potrebbe rimodellare il Medio Oriente per i decenni a venire: un accordo in grado di aprire le relazioni diplomatiche tra Israele e l’Arabia Saudita.
L’inviato di Trump in Medio Oriente, Steve Witkoff, ha svolto un ruolo chiave nel convincere Netanyahu ad accettare la prima fase del cessate il fuoco; il leader MAGA, ora vuole che la tregua continui finché tutti gli ostaggi non saranno liberati e la guerra non sarà finita.
Tuttavia, come affermano gli analisti del settore, oggi alla Casa Bianca non si parlerà solo del futuro del Medio Oriente, ma anche dello stesso Netanyahu. Alcuni alleati del premier, infatti, hanno minacciato di far cadere il suo governo qualora la guerra a Gaza non dovesse riprendere.
“Il meeting di martedì è in realtà fondamentale per la capacità di Netanyahu di sopravvivere come leader di Israele e per assicurarsi che la sua coalizione resti intatta”, ha spiegato Gayil Talshir, professore di politica alla Hebrew University, “Penso che il premier voglia esattamente ciò che Trump gli offre, ma la sua coalizione ha una visione molto diversa”.
Il “pericolo” principale per Netanyahu, ad oggi, è rappresentato da Bezalel Smotrich, ministro delle finanze israeliano, che vuole che la guerra continui finché Hamas non sarà distrutto. Al contrario, il leader dell’opposizione centrista Yair Lapid ha confermato il suo sostegno al primo ministro, affinché l’accordo per il rilascio degli ostaggi potesse proseguire ed il governo non crollasse in una fase così cruciale del conflitto.
Nel corso dell’incontro alla Casa Bianca, Netanyahu ed il presidente americano si focalizzeranno inoltre su come raggiungere un possibile accordo in grado di stabilire nuove relazioni diplomatiche con l’Arabia Saudita, che però in cambio chiede un percorso verso uno stato palestinese. Una prospettiva che fa rabbrividire la maggior parte del governo israeliano.