Donald Trump torna a riflettere su un’iniziativa ambiziosa che potrebbe ridefinire radicalmente l’istruzione negli Stati Uniti. Dopo aver parlato della sua intenzione di smantellare il Dipartimento, il presidente in carica ha riaffermato la sua volontà di ridurre la burocrazia federale, spostando il controllo sull’educazione scolastica a livello statale. Sebbene la proposta non sia ancora concreta, le sue dichiarazioni alimentano il dibattito su una possibile riforma del sistema nazionale.
Già in precedenza, il magnate aveva annunciato l’intenzione di chiudere il Dipartimento dell’Istruzione per trasferire la gestione dei programmi educativi direttamente agli Stati. Tuttavia, la sua realizzazione richiederebbe l’approvazione del Congresso, una barriera significativa per l’attuazione del piano.
Il Dipartimento, che si occupa di distribuire fondi, di raccogliere e diffondere dati sulle scuole, ha sempre avuto un ruolo centrale nella promozione dell’accesso paritario al sistema educativo, in particolare per i bambini con bisogni speciali o per quelli provenienti da famiglie svantaggiate. La sua abolizione rappresenterebbe un cambio di paradigma che potrebbe avere ripercussioni su numerosi programmi federali, tra cui i prestiti universitari e le sovvenzioni Pell, aiuti finanziari destinati a studenti universitari o post-secondari che dimostrino un bisogno economico significativo.
Secondo alcune fonti, il progetto di “The Donald” di abolire il Ministero si allinea con il programma del suo alleato, Elon Musk, volto a ridurre la dimensione e il costo dell’apparato statale.
Anche se la riforma potrebbe portare il trasferimento di alcuni compiti a enti come il Dipartimento del Tesoro o quello della Salute e dei Servizi Umani, rimane incerta la sorte di altri programmi storici che hanno trasformato l’educazione pubblica statunitense.