L’evento catastrofico che ha recentemente colpito la California ha offerto una rara possibilità di osservare in tempo reale gli impatti devastanti degli incendi sulla vita marina. Alcuni ricercatori a bordo della nave Reuben Lasker, al largo della costa di Los Angeles, stavano già studiando gli ecosistemi marini quando i fumi e la cenere derivati dai roghi hanno raggiunto il loro campo di osservazione.
“Sembrava di essere in inverno”, ha raccontato l’oceanografo Rasmus Swalethorp, “con fiocchi di neve che cadevano, ma al posto del ghiaccio, vi erano solo particelle di cenere”.
La situazione, che si è creata, ha quindi dato agli scienziati l’opportunità di raccogliere dati sugli effetti degli incendi urbani sugli habitat acquatici. Quanto accaduto sulla terraferma potrebbe di fatto danneggiare pesantemente la rete alimentare dei mari.
Tuttavia anche se esistano ricerche sui danni causati dai fuochi boschivi che bruciano materiale organico, sono ancora poche le informazioni che riguardano l’inquinamento rilasciato dagli incendi urbani come quelli che hanno colpito la “Citta degli Angeli”, dove sono rimaste bruciate sostanze come plastica, pesticidi e batterie agli ioni di litio.
Julie Dinasquet, ricercatrice associata presso la Scripps Institution of Oceanography dell’Università di San Diego, ha sottolineato la gravità della situazione: “Gli incendi portano tonnellate di composti tossici nei mari. La nostra preoccupazione è che queste tossine possano entrare nella rete alimentare e accumularsi nei pesci che finiscono sulle tavole delle persone”. La cenere e i detriti raccolti nelle reti hanno già mostrato tracce di sostanze pericolose, e la loro diffusione potrebbe compromettere la salute dell’intero ecosistema oceanico.
L’allarme riguarda in particolare una categoria di pesci: le acciughe, un alimento fondamentale per molte specie, incluse le balene e i tonni. In questo periodo, infatti, le alici stavano deponendo le uova, e l’introduzione di tossine potrebbe aver compromesso la loro capacità di sviluppo. Inoltre, le piogge invernali potrebbero ora aggravare la situazione, dilavando le sostanze nocive nelle acque costiere e creare un ambiente ancora più pericoloso per la fauna marina.
Questa ricerca pionieristica, che coinvolge studiosi della Scripps e della National Oceanic and Atmospheric Administration NOAA, un’agenzia federale degli Stati Uniti con sede principale a Silver Spring, nel Maryland, potrebbe segnare l’inizio di un monitoraggio a lungo termine per capire come gli incendi influenzino la salute degli oceani. Secondo Swalethorp, “Questa è la prima volta che possiamo davvero studiare gli impatti di ciò che accade quando prendono fuoco sostanze domestiche e chimiche e finiscono in acqua.”
La nave Reuben Lasker ha raccolto campioni fino a 140 metri di profondità, ed è in grado di comporre una visione unica su un fenomeno che potrebbe avere implicazioni devastanti per gli habitat marini globali.
In futuro, le prossime crociere e spedizioni scientifiche potranno offrire nuove opportunità di studio e contribuire a definire le risposte ecologiche agli incendi che, ogni anno, e sempre più con maggiore intensità sembrano colpire il pianeta.