Nel suo primo giorno alla Casa Bianca, Donald Trump ha firmato un memorandum volto a promuovere l’architettura neoclassica per gli edifici federali, un tentativo di allontanarsi dallo stile brutalista che aveva dominato la costruzione delle strutture pubbliche negli anni ’50, ’60 e ’70.
Il presidente ha quindi spinto la General Services Administration, un’agenzia indipendente del governo degli Stati Uniti che aiuta a gestire e supportare il funzionamento di base delle agenzie federali, verso la promozione di nuovi complessi “in armonia con il patrimonio architettonico regionale, tradizionale e classico”, con l’obiettivo di “elevare gli spazi pubblici e nobilitare il paese”.
Il memorandum, sebbene meno drastico rispetto al precedente ordine esecutivo firmato nel 2020, che stabiliva il neoclassico come stile ufficiale per gli edifici federali, rappresenta un ulteriore passo verso la revisione dell’architettura americana. Un possibile impatto diretto di questa politica riguarderebbe anche la sede dell’FBI a Washington. Il controverso edificio J. Edgar Hoover, potrebbe essere oggetto di un progetto di rinnovamento, con “The Donald” che ha già espresso la preferenza di mantenere la sede federale nel cuore della capitale. In un post, pubblicato su Truth Social, il politico ha scritto che “il nuovo palazzo dovrebbe essere costruito a Washington, DC, non nel Maryland”.
L’architettura neoclassica è vista da molti come un’alternativa più sostenibile e duratura rispetto al brutalismo, che, nonostante abbia segnato un’epoca, è spesso considerato divisivo. Justin Shubow, presidente della National Civic Art Society, un’organizzazione senza scopo di lucro che sostiene e promuove l’arte pubblica, ha lodato l’iniziativa del presidente e sottolineato che finalmente “l’architettura federale sarà una priorità in questa amministrazione”. Shubow ha inoltre aggiunto che il nuovo memorandum impedirà alla GSA di approvare ulteriori progetti senza una supervisione adeguata, e offrirà anche un tempo maggiore per la nomina di nuovi amministratore dell’agenzia.
Tuttavia, il neoclassicismo non è visto come una proposta univoca. Mentre Trump e i suoi sostenitori parlano di una “riqualificazione” e di un ritorno ai valori tradizionali, alcune istituzioni, tra cui l’American Institute of Architects, l’organizzazione professionale degli architetti, ha sollevato preoccupazioni. L’istituto ha definito l’ordine esecutivo un tentativo di “imporre i gusti di design di pochi sulle comunità in cui questi edifici si trovano”. La sfida, infatti, sarà trovare un equilibrio tra il rispetto per la tradizione e le esigenze moderne.
Mentre l’architettura brutalista, adottata soprattutto a partire dal 1962, rifletteva la necessità di rispondere a un’espansione rapida degli spazi per uffici federali, Trump sembra voler recuperare uno stile che incarna il senso di stabilità. Alcuni, come Shubow, infatti ritengono che l’architettura classica possa essere più sostenibile e in grado di resistere meglio alla prova del tempo, come dimostrato dall’edificio del Campidoglio.