Nelle ultime ore del mandato del presidente Joe Biden, è stato portato a termine uno scambio di prigionieri tra gli USA e l’Afghanistan. I talebani hanno accettato di scambiare due americani detenuti, Ryan Corbett e William McKenty, con Khan Mohammed, condannato nel 2008 per accuse di narcoterrorismo e detenuto negli Stati Uniti.
Mohammed era stato trasportato in aereo a Doha. Il Qatar ha facilitato lo scambio, ospitando diversi round dei negoziati ha anche fornito supporto logistico alle operazioni per far uscire i due americani da Kabul, secondo quanto riferito dalla CNN.
Il rilascio di martedì mattina è il risultato di due anni di trattative e di molteplici viaggi a da parte di funzionari della Casa Bianca e del Dipartimento di Stato. Anche la CIA è stata coinvolta nelle discussioni e nell’operazione, che in origine prevedeva il rilascio di altri due prigionieri, George Glezmann e Mahmoud Habibi. L’accordo con i talebani sembra essere stato relativamente improvviso: all’inizio di questo mese, infatti, la moglie di Corbett ha dichiarato a Fox News di aver parlato con Biden e di non aver ricevuto alcuna indicazione che lasciasse intendere che il marito sarebbe stato liberato in tempi brevi.
L’amministrazione uscente aveva precedentemente preso in considerazione il rilascio di un prigioniero di Guantanamo Bay, presumibilmente vicino a Osama bin Laden, in cambio di Ryan Corbett, Glezmann e Habibi. Tuttavia, l’uomo in questione, Muhammad Rahim al Afghani, non faceva parte dello scambio di martedì.
Invece, è stato Mohammed a essere liberato, dopo essere stato arrestato alla fine del 2006 ed estradato negli Stati Uniti nel 2007. L’agenzia lo ha definito come un “jihadista violento”, nonché un membro dei talebani che hanno cercato di uccidere i soldati americani. Nel 2008 è stato condannato a due ergastoli dopo essere stato ritenuto colpevole di reati di droga e narcoterrorismo, per aver distribuito eroina e oppio allo scopo di fornire valore a “una persona o un gruppo che ha svolto o sta svolgendo attività terroristiche”.
Ryan Corbett, invece, aveva vissuto in Afghanistan per più di un decennio, lavorando per organizzazioni non governative. Durante la presa del potere da parte dei talebani nell’agosto 2021, lui e la sua famiglia lasciarono il Paese. L’uomo tornò a gennaio del 2022, per verificare lo stato delle sue attività e per delle pratiche burocratiche legate al visto. Venne accolto in modo più che positivo dai talebani. Quando però fece il suo secondo ritorno nel Paese, ad agosto, venne arrestato.
L’ormai ex amministrazione Biden affermò che l’uomo non è mai stato condannato per alcun crimine. Ora, Corbett e McKenty, di cui si sa praticamente poco o nulla a causa della privacy chiesta dalla famiglia, torneranno negli USA, presumibilmente entro le ore 12 locali. Non si sa dove atterreranno: in genere, in passato, diversi prigionieri americani, una volta riportati a casa, sono stati condotti al Brooke Army Medical Center di San Antonio.