Fiamme, fumo, e devastazione. Non si vede praticamente altro alzando lo sguardo sulle colline sopra Hollywood Boulevard, solo uno dei luoghi della regione di Los Angeles dove da giorni è in corso una serie di imponenti incendi che – secondo l’ufficio del medico legale della città – hanno già causato 10 vittime, distrutto circa 5.000 edifici, lasciato senza corrente decine di migliaia di abitazioni e aziende, e costretto all’evacuazione migliaia di persone dalle coste del Pacifico fino a Pasadena.
Anche la Walk of Fame, di solito brulicante di turisti, è sprofondata nel caos: sirene spiegate, elicotteri a bassa quota che sganciavano acqua sulle fiamme e persone che abbandonavano frettolosamente gli hotel con valigie al seguito.
Giovedì sera erano sei gli incendi in corso: il più distruttivo è quello di Palisades, che ha bruciato oltre 17.000 acri da quando è scoppiato martedì mattina nel ricco quartiere di Pacific Palisades a Los Angeles. Si ipotizza che possa essere nato da un incendio di sterpaglie dovuto ai potenti venti che hanno attraversato la zona, espandendosi a macchia d’olio per tutta la giornata di mercoledì.
I vigili del fuoco sono al lavoro per contenere anche l’incendio di Eaton, che ha consumato almeno 10.600 acri nel nord della contea di Los Angeles e che, come Palisades, si è espanso drammaticamente mercoledì. Finora tutte le cinque vittime confermate sono morte proprio a causa di Eaton.
L’ultimo rogo, ribattezzato “Sunset Fire”, è divampato mercoledì alle 17:45, proprio mentre le autorità tenevano una conferenza stampa per aggiornare la popolazione sui maxi-incendi nel quartiere residenziale di Pacific Palisades e nella città di Altadena. Il capo dei vigili del fuoco di Los Angeles, Kristin Crowley, ha dovuto interrompere bruscamente il punto stampa per chiedere l’evacuazione immediata dell’area.
Gli unici incendi che i vigili del fuoco sono riusciti a contenere, quantomeno parzialmente, nella mattinata di giovedì sono Hurst e Lidia – mentre un altro incendio, Woodley, partito mercoledì all’interno di una riserva naturale di Los Angeles, sarebbe ora completamente sotto controllo, hanno dichiarato i vigili del fuoco.
Ad inquietare resta però la situazione proprio a Pacific Palisades e Altadena. Il “Palisades Fire” è già considerato il più distruttivo (e costoso) nella storia della città, con migliaia di edifici ridotti in cenere – tra cui il rinomato liceo Palisades Charter High e numerose abitazioni di celebrità, come quelle di Paris Hilton e Billy Crystal. Fra le case minacciate ci sono anche le case storiche degli scrittori Lion Feuchtwanger e Thomas Mann, musei di proprietà del governo tedesco. La Villa Getty invece è stata salvata grazie alla preparazione e all’abbondante riserva di acqua. Le gallerie del museo e gli archivi della biblioteca sono stati isolati dal fumo grazie a sistemi di trattamento dell’aria all’avanguardia.
A repentaglio ci sarebbe anche la lussuosa residenza di Malibu di Hunter Biden. Tra le altre celebrità costrette a evacuare ci sono poi gli attori James Woods, Steven Guttenberg e Eugene Levy, oltre alle star dei reality TV Heidi Montag e Spencer Pratt.
Oltre 367.000 californiani sono rimasti senza corrente, la maggior parte dei quali nella contea di Los Angeles (199.381) e nella contea di Ventura (65.969), e in misura più contenuta anche nelle contee di San Bernardino, Riverside e San Diego.
Il governatore Gavin Newsom ha schierato oltre 600 membri della Guardia Nazionale per coadiuvare i vigili del fuoco, insieme a 10 aerei ad ala rotante e due aerei C-130 allestiti per le operazioni di lotta agli incendi boschivi. Da Arizona e Nevada, Oregon e Washington, sono inoltre in arrivo migliaia di vigili del fuoco e specialisti nelle azioni di salvataggio.
Ad alimentare le fiamme, secondo gli esperti, ci sono i forti venti di Santa Ana (soprannominati “venti del diavolo”), con raffiche che superano i 130 km/h e rendono a tratti impossibile per i vigili del fuoco arginare i roghi. Le condizioni, peggiorate da mesi di siccità e temperature anormalmente alte favorite dal cambiamento climatico, potrebbero persistere fino al fine settimana, secondo il Servizio Meteorologico Nazionale.
Da quando, martedì, sono stati segnalati i primi roghi nelle montagne boscose a ovest di Los Angeles, sono andati in fumo oltre 67 chilometri quadrati di terra – quasi l’intera superficie di San Francisco: interi quartieri, dalle eleganti case in stile missione californiana di Pacific Palisades ai bungalow, sono ora cumuli di cenere. Anche Hollywood è stata colpita duramente: la produzione di molti film e serie TV è stata sospesa, e Universal Studios ha chiuso il suo parco tematico.
Molti degli evacuati che sono fuggiti verso sud, oltre l’aeroporto, hanno peraltro scoperto che altri incendi erano scoppiati anche a sud di Los Angeles. Il destino i molti dipende da dove tira il vento: appena cambia direzione e trasporta le scintille verso altre zone aride c’è il rischio di nuovi fronti. Molta gente si è rassegnata a dormire in automobile per essere pronta a scappare di nuovo.
Caos anche per i cani, i gatti e gli altri animali: mentre molti proprietari sono fuggiti con i loro animali, centinaia di animali che sono stati lasciati indietro e una rete di centri di soccorso e rifugi nell’area sta cercando di prendersene cura.
Joe Biden, che si trova in California, ha annunciato che non si recherà in visita ufficiale a Roma, come era previsto, per poter seguire e assistere lo Stato nella morsa della catastrofe. Il presidente uscente ha già firmato una dichiarazione di emergenza federale per garantire alla California ulteriori risorse per affrontare la crisi.
Donald Trump, invece, è partito all’attacco, accusando il governatore Gavin Newsom, la sindaca della città Karen Bass (entrambi esponenti del Partito Democratico) e il capo dei pompieri di non aver calcolato i bisogni di acqua della città e di aver rifiutato di riempire i serbatoi prima dello scoppio degli incendi. In realtà tutti i serbatoi della città erano stati riempiti, ma la richiesta di acqua è stata molto al di sopra delle riserve costruite in epoca in cui simili incendi non si verificavano.
La polemica si è concentrata soprattutto su Bass, accusata dai detrattori di aver tagliato di oltre 17,5 milioni di dollari il bilancio destinato al dipartimento cittadino dei vigili del fuoco: l’anno scorso il budget totale del LAFD era di 837,2 milioni di dollari, laddove quello attuale è sceso a 819,64 milioni di dollari.
In estate, la sindaca aveva spiegato che la riduzione dei fondi sarebbe servita a “resettare” l’organico del dipartimento eliminando alcune delle posizioni rimaste vacanti.
C’è stata poi polemica anche sul fatto che Bass non fosse in città quando sono divampate le fiamme. La sindaca si trovava infatti in Ghana, salvo far immediatamente ritorno in California mercoledì per incontrare il governatore Gavin Newsom. Bass si è peraltro rifiutata di rispondere alla domanda di un giornalista di Sky News che le chiedeva se si fosse pentita di aver tagliato il budget dei vigili del fuoco, di aver viaggiato in Ghana o se avesse qualche parola di scuse per i cittadini di Los Angeles.