La lista di parenti, amici e donatori, ma soprattutto fedeli, si allunga. Il neoeletto presidente Donald Trump nomina la sua corte, sceglie i suoi devoti, ricompensa chi lo ha aiutato economicamente nella campagna elettorale. Oggi ha promosso (o esiliato?) ad ambasciatrice in Grecia Kimberly Guilfoyle, ex anchor di Fox e sua ardente sostenitrice, ma soprattutto girlfriend respinta dal figlio maggiore. Un diplomatico compromesso per tenerla legata e nello stesso tempo fuori dai giardini della Versailles-Mar-a-Lago dopo che il Daily Mirror afferma che Don Jr. l’abbia scaricata per una più giovane Bettina Anderson, jetsetter di Palm Beach.
Trump aveva già sistemato altri due parenti: il padre del genero Jared Kushner (marito di Ivanka) nominato ambasciatore a Parigi e il padre del genero Michael Boulos (marito di Tiffany) inviato per il Medio Oriente. Molto probabilmente la nuora Lara, attuale co-presidente del partito Repubblicano, verrà scelta dal governatore della Florida Ron DeSantis al posto del senatore Marco Rubio, che lascerà il seggio per diventare Segretario di Stato.
Oggi poi la lista si è allungata con la nomina di Tom Barrack, il miliardario amico-nemico dell’Aga Kahan, dal quale ha preso e poi rivenduto l’immobiliare Costa Smeralda. È stato presidente del Psg, che ha poi venduto alla Qatar Investment Authority di Al Khelaif. Barrack, che ora andrà in Turchia, era stato anche presidente della commissione per l’inaugurazione di Trump nel gennaio 2017.
Nella lunga lista degli amici anche Tillman Ferlitta, il proprietario della squadra della NBA degli Houston Rockets che, secondo un quotidiano texano, sarebbe stato scelto dal presidente eletto come ambasciatore in Italia.
A dare una forte mano alle scelte di Trump sono anche i senatori Maga che con forza si sono schierati contro quelli repubblicani centristi, che hanno perplessità alla ratifica di alcune nomine, specialmente quella di Pete Hegseth, l’ex conduttore di Fox, esponente dell’estrema destra cristiana, la cui nomina al Pentagono era stata compromessa nei giorni scorsi dopo le accuse di molestie sessuali fatte da alcune donne che hanno lavorato con lui e le rivelazioni per la sua passione per l’alcol. La prima a fare marcia indietro è stata a sorpresa la senatrice dell’Iowa, Joni Ernest, ex militare, che delle violenze alle donne quando prestano servizio nelle forze armate ne ha fatta una sua lotta personale, dopo che nel suo Stato i media locali l’hanno contestata perché non seguiva le direttive di Trump. Ieri sera, dopo aver incontrato Hegseth, ha detto che era stata una riunione incoraggiante.
Nel mirino dei Maga altre due senatrici repubblicane moderate: Lisa Murkowski e Susan Collins. Quest’ultima, che presiederà il potente Comitato per gli stanziamenti nel prossimo Congresso, è una delle poche ad aver espresso pubblicamente preoccupazioni su Hegseth dopo le accuse, ma ha anche dichiarato di averlo interrogato in privato per più di un’ora su questioni politiche e sulle accuse di cattiva condotta contro di lui, ma che non ha ancora deciso se sosterrà la scelta di Trump. “L’ho pressato sia sulla sua posizione sulle questioni militari sia sulle accuse contro di lui – ha detto Collins ai giornalisti. – Non credo ci sia stato nulla che non abbiamo trattato”.
Sarcastico il commento della senatrice democratica Tammy Baldwin: “Trump lo ha scelto alla guida del Pentagono perché è telegenico. È convinto che sta creando una nuova stagione di The Apprentice”.
“La pressione ora è al Senato”, ha detto Steve Deace, un conduttore radiofonico di estrema destra dell’Iowa che ha ventilato la sua possibile candidatura contro Joni Ernest alle prossime primarie, notando che “il Tea party non era organizzato così come il movimento di Trump”.
Corey Lewandowski, l’ex capo della macchina elettorale di Trump, è stato ancora più esplicito: “Non ci sono risorse che non useremo”, ha detto a Fox News, per avvertire i senatori che vorrebbero bloccare le scelte di Trump.
Oltre alla nomina di Hegseth, in ballo c’è quella a capo della National Intelligence dell’ex deputata dem Tulsi Gabbard, finita sotto accusa per la sua difesa di Bashar Assad durante la guerra civile in Siria e poi per aver assunto sulla guerra in Ucraina posizioni che sembravano dettate dalla propaganda russa. In discussione anche la scelta fatta da Trump per dirigere la Sanità. Il presidente eletto vuole Robert F. Kennedy Jr., il no vax che sostiene teorie complottiste screditate, come quella che i vaccini provocano l’autismo nei bambini. Teorie bizzarre espresse dopo che i medici riuscirono a togliere un verme parassita morto nel suo cervello. Una volta recuperò un orso ucciso da un automobilista su un’autostrada e lo depositò a Central Park a New York. Negò di aver mangiato un cane dopo che un amico mandò a Vanity Fair una foto che lo riprendeva a tavola con un animale carbonizzato. Kennedy Jr. affermò anche che era una capra. Un’agenzia federale aprì un’indagine su di lui dopo che presumibilmente tagliò la testa di una balena morta e la portò a casa. Il National Marine Fisheries Service chiuse il caso poco tempo dopo. E ieri settantasette premi Nobel hanno mandato una lettera al Senato per respingere la sua nomina.