Uno studio condotto da un gruppo di ricercatori dello Scripps Research Institute a La Jolla in California e dell’Istituto nazionale delle malattie infettive degli Stati Uniti NIAID, ha scoperto che una prossima mutazione genetica del virus H5N1 dell’influenza aviaria potrebbe evolversi nella sua capacità di legarsi ai recettori delle cellule umane, aumentando il rischio di trasmissione da persona a persona e di conseguenza scatenare una nuova pandemia.
Come si evince dallo studio pubblicato sulla rivista Science, in passato, questo tipo di virus ha avuto bisogno di diverse mutazioni genetiche per adattarsi all’uomo e diventare infettivo e trasmissibile tramite il contatto da persona a persona. Tuttavia, spiegano i ricercatori, la situazione attuale potrebbe essere pericolosamente più rapida per il ceppo H5N1 2.3.4.4b (A/Texas/37/2024), isolato dalla prima infezione umana con un virus bovino H5N1 negli Stati Uniti quest’anno.
La prima autrice dello studio, Ting-Hui Lin ha precisato: ”I risultati dimostrano quanto facilmente questo virus potrebbe evolversi per riconoscere i recettori di tipo umano. Tuttavia, il nostro studio, non suggerisce che tale evoluzione si sia già verificata”.
I ricercatori sottolineano pertanto che, non è il caso di creare alcun tipo di allarmismo al riguardo ma, considerando il crescente numero di casi umani che hanno contratto il virus H5N1 mediante il contatto diretto con animali infetti, è di fondamentale importanza mantenere una sorveglianza costante dell’evoluzione del virus H5N1 e di simili ceppi di influenza aviaria.