Alluvioni, incendi, allagamenti e temperature elevate fuori stagione sono sintomi del cambiamento climatico. Con il passare del tempo, l’impatto di questi fenomeni estremi si aggraverà e arriverà a coinvolgere sempre più persone, tanto che, entro il 2050, circa 1,2 miliardi potrebbero rientrare nella categoria di rifugiati climatici ed essere costretti a spostarsi in un altro Stato (secondo i dati del Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico, in breve IPCC). Milioni di questi sono chiamati al voto il prossimo martedì 5 novembre per decidere le sorti degli Stati Uniti e non solo, considerando che gli americani sono i primi produttori di greggio al mondo – una delle cause principali del riscaldamento globale.
Le elezioni sono uno spartiacque. Le posizioni fra i due candidati non possono essere più diverse: Kamala Harris porterà avanti le politiche verdi già disposte da Joe Biden, Donald Trump ha dichiarato che la crisi climatica è “una bufala”.
Oltre a rinnovare il sostegno all’Inflation Reduction Act e i blocchi agli investimenti petroliferi in Alaska, Harris promuove la transizione energetica per le aziende e finanziamenti per far risparmiare gli americani su bollette, elettrodomestici e benzina. Il tycoon è pronto a smantellare i progressi e i limiti all’inquinamento in vigore attualmente e uscire dall’accordo di Parigi fin dal primo giorno della sua amministrazione. Trump ristabilirebbe i contratti per le estrazioni di greggio nell’Arctic Wildlife Refuge in Alaska.
Anche coloro che non sono stati colpiti da alluvioni o incendi sono condizionati dall’impatto del cambiamento climatico. Saltano le catene di produzione, mesi di raccolto vengono ridotti al nulla in poche ore e così aumentano i prezzi del cibo e dell’assicurazione. La spesa pubblica va a investire operazioni di soccorso sempre più frequenti. L’ultimo episodio, più eclatante, tanto da considerarlo la sorpresa di ottobre della corsa elettorale 2024, sono stati gli uragani Helene e Milton. A distanza di una settimana, si sono abbattuti sulla costa Sud-Est degli Stati Uniti mettendo in ginocchio centinaia di migliaia di persone di una decina di Stati senza elettricità né accesso ai servizi essenziali. L’amministrazione Biden ha già provveduto a coprire 2,1 miliardi di dollari per i soccorsi, ma potrebbero volercene oltre 50 miliardi, secondo le previsioni di Associated Press.