Poche ore prima che il detenuto Freddie Owens cominciasse a prepararsi per affrontare la pena di morte, uno dei testimoni fondamentali per la sua condanna ha ritirato l’accusa sostenendo di aver mentito per salvarsi dalle possibili conseguenze. Quella di Owens, a Columbia, in South Carolina, è solo la prima di una serie di cinque esecuzioni previste negli Stati Uniti in meno di sette giorni.
Owens, che si è sempre dichiarato innocente, era stato condannato alla pena di morte per aver ucciso Irene Graves, la cassiera di un minimarket a Greenville, mentre cercava di mettere a punto una rapina la notte del 31 ottobre 1997. All’epoca, davanti al giudice, Steven Golden aveva riferito che l’amico fosse responsabile dell’omicidio per aver premuto il grilletto della pistola. Oggi, Golden, che è stato condannato a 28 anni di carcere, ha ritirato ogni accusa sostenendo che, al momento dell’interrogatorio da parte della polizia, era strafatto, gli agenti gli avevano fatto troppa pressione e temeva che il vero assassino mandasse qualcuno a pareggiare i conti.
“Pensavo che il vero assassino o i suoi soci potessero uccidermi se avessi fatto il suo nome alla polizia – si legge nella dichiarazione di Golden. – Ho ancora paura di questo. Ma Freddie non era lì. Mi faccio avanti ora perché non voglio che Freddie venga giustiziato per qualcosa che non ha fatto. Questo ha pesato molto sulla mia salute mentale e voglio avere la coscienza pulita”.
I procuratori hanno risposto che la testimonianza di Golden non era l’unica che accusava Owens, pur non avendo prove scientifiche ed evidenti che lo imputassero. Alcuni amici avevano raccontato che il detenuto si era vantato con loro di aver ucciso Graves e anche la sua fidanzata aveva confermato che l’uomo aveva confessato di aver premuto il grilletto. Il fatto che Golden abbia mentito sotto giuramento, secondo gli agenti dimostra che non ci può fidare.
L’esecuzione di Owens è la prima in South Carolina dopo 13 anni. Solo il governatore Henry McMaster, che ha ricevuto una petizione con oltre 10.000 firme da South Carolinians for Alternatives to the Death Penalty, potrà decidere se ridurgli la pena all’ergastolo facendogli evitare la morte.
Altre quattro persone verranno giustiziate entro la fine della prossima settimana, tre con un’iniezione letale e la quarta con la maschera di azoto. Marcellus Williams in Missouri, il 24 settembre, per l’omicidio della giornalista Felicia Gayle; Travis Mullis in Texas, sempre martedì, per aver ucciso a calci il figlio di tre mesi; Alan Miller in Alabama, il 26 settembre, per aver sparato a tre colleghi; e Emmanuel Littlejohn in Oklahoma, anche lui giovedì, per aver ammazzato il proprietario di un supermarket durante una rapina.
Finora, quest’anno ci sono state 13 esecuzioni negli Stati Uniti: tre in Alabama, tre in Texas, due in Missouri, due in Oklahoma e una in Florida, Georgia e Utah. La pena di morte è attiva anche in California, Ohio, Oregon, Arizona, Pennsylvania e Tennessee a determinate condizioni.