I fondi federali per il finanziamento delle attività di governo stanno per finire e alla Camera, per ora, non si riesce a concordare su una misura, anche temporanea, per evitare lo shutdown a un mese e mezzo dalle elezioni.
Mercoledì, c’è stata una umiliante sconfitta alla Camera per lo speaker Mike Johnson che ha voluto a tutti i costi presentare un disegno di legge, ideato da Donald Trump, che vincola il finanziamento temporaneo dei fondi federali al “Save Act”, la legislazione promossa dall’ex presidente che richiede agli elettori di dimostrare di essere cittadini americani per registrarsi per il voto.
Nonostante numerosi colleghi del suo stesso partito gli abbiano suggerito di mediare il finanziamento temporaneo e non vincolarlo al Save Act, Johnson ha messo ai voti la sua proposta che è stata bocciata anche da 14 repubblicani. I suoi stessi compagni di partito, i conservatori più estremisti, quali Mat Gaetz, Lauren Boebert e Nancy Mace, vogliono massicci tagli al bilancio federale. Tuttavia, anche se la proposta fosse stata approvata dalla Camera, non sarebbe mai stata accolta dal Senato dove i democratici hanno la maggioranza.
Ora Johnson, dopo la bocciatura, se vuole evitare lo shudown, non ha altra scelta se non quella di negoziare con i democratici del Senato su un finanziamento a breve termine. Ma data la minuscola maggioranza repubblicana alla Camera e gli ostacoli imposti da Trump, il lavoro sarà per lui difficile soprattutto se spera di venire riconfermato a novembre, nel caso in cui il suo partito riuscissero a mantenere il potere alla Camera. Questo perché il tycoon, per piazzare i suoi fedelissimi, ha avviato una lotta interna al GOP che potrebbe trasformarsi in un disastro con le elezioni.
Nel comizio che Trump ha tenuto mercoledì a Long Island, molti parlamentari repubblicani di New York, tra questi Anthony D’Esposito, Nick LaLota, Mike Lawler, Brandon Williams, che nelle passate elezioni hanno battuto i concorrenti democratici per una manciata di voti o che in queste prossime presidenziali sono fronteggiati da candidati più quotati (LaLota è contro il giornalista di CNN John Avlon), sperano che l’appoggio politico di Trump possa contribuire alla loro riconferma. Un azzardo politico perché in molti di questi distretti la maggioranza degli elettori registrati è democratica e alle passate elezioni molti non sono andati a votare.
La storia delle chiusure governative ha sempre evidenziato che il partito che ha il controllo della Camera, in caso di shutdown, è quello che paga il prezzo politico più alto.
Il leader della minoranza repubblicana al Senato, Mitch McConnell, è stato molto chiaro ieri quando ha detto a CNN di non voler la chiusura forzata del governo a un mese dalle presidenziali. “Verremo incolpati per questo e pagheremo un prezzo politico molto alto alle prossime elezioni”.
Il leader della maggioranza del Senato, il democratico Chuck Schumer, sta preparando una proposta per una Continuing Resolution, una legge ponte per il finanziamento fino alla fine di dicembre, lasciando che sia poi la nuova legislatura, che entrerà al Congresso a gennaio, a decidere i piani di spesa. La CR farebbe guadagnare tempo ai negoziatori bipartisan per raggiungere un accordo di finanziamento a lungo termine.
Il presidente della Commissione della Camera per gli stanziamenti federali, il repubblicano Tom Cole, ha affermato che Johnson si è reso conto che bisogna evitare lo shutdown, aggiungendo che già in primavera lo speaker aveva raggiunto un accordo con Schumer e che, secondo lui, nei prossimi giorni troveranno un altro punto di incontro.
La democratica Rosa DeLauro, che era la presidente della Commissione quando il suo partito avevano la maggioranza, spera che i negoziati bipartisan possano essere avviati nei prossimi giorni.“Tutti sappiamo cosa significa non finanziare le attività federali. Nessuno vuole che questo accada e storicamente il partito che ha la maggioranza alla Camera viene punito dagli elettori”.
Schumer, Johnson, McConnell e il leader democratico della Camera Hakeem Jeffries hanno ancora tempo per negoziare una risoluzione di finanziamento di tre mesi nei prossimi giorni, ma il tempo stringe.