Lunedì, la Camera ha ripreso i lavori dopo la lunga pausa estiva e sull’agenda, al primo punto della lista, lo speaker Mike Johnson ha posto il Save Act, un disegno di legge voluto da Donald Trump che sarà presentato domani mattina, che rivede a livello federale le leggi sul voto e richiede agli elettori di mostrare il passaporto o il certificato di nascita per registrarsi per votare. In serata, ci sarà il primo test con una votazione sulla norma che determinerà i tempi del dibattito.
Lo speaker ha legato l’approvazione di questo disegno di legge a quello del finanziamento delle attività di governo, i cui fondi scadranno il 30 settembre, facendo sapere che, se non ci sarà l’approvazione del Save Act da parte della Camera, non metterà ai voti la “Risoluzione Continua”, una legge tampone che permette di finanziare temporaneamente le spese federali. Secondo lo speaker questa mossa dovrebbe mettere in difficoltà i democratici vulnerabili sui temi scottanti dell’integrità elettorale e della politica sull’immigrazione. Come spesso è accaduto in questo Congresso, tuttavia, Johnson ha subito incontrato problemi nella sua stessa maggioranza trovando la crescente opposizione dei “moderati” repubblicani che tra poche settimane si presenteranno al voto in molte circoscrizioni in cui sono stati eletti per una manciata di voti. Uscendo dalla riunione mattutina del GOP, il rappresentante Dan Meuser ha dichiarato che non sembrava che molti colleghi fossero d’accordo. Fra questi, Jim Banks dell’Indiana, Cory Mills della Florida e Matt Rosendale del Montana, che hanno già detto di essere contrari.
“Only U.S citizens should vote in U.S. elections…I believe we can fund the government responsibly, and I believe that we can do right by the American people and ensure the security of our elections.” – @SpeakerJohnson pic.twitter.com/j6dYlRsWzK
— House Republicans (@HouseGOP) September 10, 2024
A causa della loro esigua maggioranza, Johnson può permettersi solo pochissime defezioni. La contestazione interna è molto numerosa. Senza contare che la sua proposta non passerà al voto del Senato, controllato dai democratici, né, in extremis, verrà approvata dal presidente Biden, che ha già fatto sapere di essere contrario. Non è chiaro, tuttavia, come lo speaker sarà in grado di convincere i numerosi parlamentari dissenzienti.
I democratici, ma anche molti repubblicani, vogliono una risoluzione continua che finanzi il governo fino al prossimo anno in modo che sia la nuova legislatura a gestire il finanziamento delle attività federali. Affermano che la proposta di Johnson costringerebbe alcuni cittadini a darsi da fare per ottenere una nuova identificazione, che potrebbe essere costosa da ottenere. Quindi potrebbe essere scoraggiati dall’andare a votare. Secondo i membri dell’Asinello, i repubblicani stanno cammuffando la possibilità di un voto diffuso da parte di non cittadini con una manovra che disincentiverebbe gli anziani e i poveri a votare. Il tutto per sostenere le bugie di Trump.
La proposta è “chiaramente poco seria”, ha affermato il leader della maggioranza democratica al Senato Chuck Schumer.
House Republicans are struggling with a bad case of Groundhog Day.
Speaker Johnson is yet again wasting time caving to the hard right.
The House GOP CR is unserious and undercooked.
The House should stop wasting time on a CR proposal everyone knows is going nowhere.
— Chuck Schumer (@SenSchumer) September 10, 2024
Anche i repubblicani del Senato sono contrari alla proposta dello speaker che potrebbe innescare una crisi politica a pochi giorni dalle elezioni. “Le chiusure si ritorcono sempre contro i repubblicani”, ha commentato il senatore del GOP Thom Tillis. Il suo collega Bill Cassidy ha detto che è inimmaginabile che si vada alle elezioni mentre le attività federali sono bloccate. “Bisogna passare una legge tampone e poi il nuovo Congresso prenderà le decisioni sulla spesa pubblica”, ha dichiarato Cassidy ai giornalisti.
È illegale per i non cittadini votare alle elezioni federali. In base al National Voter Registration Act del 1993, la maggior parte degli Stati deve fornire un modulo di registrazione degli elettori quando le persone richiedono la patente di guida. Le disposizioni federali impongono ai richiedenti di giurare, sotto pena di spergiuro, di essere cittadini, ma non sono necessarie prove documentali. Alcuni Stati sono esenti perché è essenziale registrarsi per votare o permettono di farlo il giorno stesso delle elezioni presso i seggi elettorali.
In base al Save Act, gli elettori dovrebbero fornire determinate forme di identificazione, come il “Real ID”, la patente di guida “certificata”, un passaporto o un documento d’identità militare. Secondo il Department of Homeland Security, a marzo 2023, più della metà degli americani aveva una patente o una carta conforme al REAL-ID. Il problema sussiste con le persone anziane, che non hanno più la patente, e nelle fasce rurali, più povere e meno istruite, che non hanno questi documenti di riconoscimento. In alcuni Stati gli elettori possono anche presentare certificati di nascita, una cartella clinica di nascita o altri tipi di documentazione se abbinati a un documento d’identità con foto rilasciato dal governo.
A luglio, un sondaggio dell’Associated Press-NORC Center for Public Affairs Research ha rilevato che solo il 22% dei repubblicani ha un’elevata fiducia che i voti alle elezioni presidenziali saranno conteggiati in modo accurato, rispetto al 71% dei democratici.
Di recente, la Corte Suprema ha affermato che l’Arizona non poteva far rispettare la disposizione di una legge statale che impediva agli elettori già registrati di votare se non avessero fornito una prova documentata della cittadinanza. Ma il tribunale di grado più alto ha mantenuto in vigore il requisito secondo cui gli elettori dello Stato devono mostrare una prova della cittadinanza quando si registrano.