Il nemico del mio nemico è mio amico – a maggior ragione se il nemico comune viene da Occidente.
E così si fa sempre più stretto l’asse strategico tra Russia e Iran: il Cremlino ha definito il regime degli ayatollah un “partner importante”, non confutando le indiscrezioni secondo cui i pasdaran starebbero fornendo missili balistici a corto raggio da usare contro le postazioni ucraine.
Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal citando funzionari statunitensi ed europei, venerdì scorso sarebbe arrivata in Russia una delle prime consegne di missili iraniani all’esercito di Mosca, che in passato ha già ricevuto da Teheran un gran numero di droni Shahed usati per colpire le città ucraine. Lunedì fonti diplomatiche dell’Unione Europea hanno confermato di essere in possesso di “informazioni credibili” circa l’invio di armamenti alle forze russe, avvertendo di nuove possibili sanzioni contro Teheran.
Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, non si è affrettato a negare i rapporti. “Abbiamo visto il documento”, ha detto. “Non è sempre vero ciò che si legge, ma l’Iran resta per noi un partner importante. Stiamo sviluppando rapporti commerciali ed economici, così come la cooperazione in tutti i settori, anche i più sensibili.”
L’Iran, da parte sua, ha negato qualsiasi coinvolgimento. Il portavoce del ministero degli Esteri, Nasser Kanaani, ha definito le accuse “prive di fondamento” e rispedito le insinuazioni ai mittenti: “Siamo accusati da Paesi che sono tra i maggiori esportatori di armi verso una delle parti in conflitto”.
Ma per Bruxelles le negazioni di Teheran sembrano tutt’altro che convincenti. Peter Stano, portavoce della Commissione europea, ha ribadito che “se confermato, questo invio rappresenterebbe un’escalation sostanziale nel supporto materiale dell’Iran alla guerra illegale di aggressione russa contro l’Ucraina”. Parole che ricalcano quasi pedissequamente quelle messe nero su bianco in un comunicato del portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale USA Sean Savett. E da Bruxelles hanno avvertito che, proprio in coordinamento con Washington, presto potrebbero arrivare nuove sanzioni contro la Repubblica Islamica.
L’intensificarsi delle sanzioni occidentali ha di fatto spinto Mosca a cercare forniture militari da Paesi paria della comunità internazionale, come Iran e Corea del Nord – con Kyiv che avverte sulla crescente intesa militare tra Teheran e Mosca e i rischi per la sicurezza non solo dell’Ucraina, ma anche dell’Europa.

E mentre il Cremlino rafforza le sue relazioni con l’Iran, il conflitto in Ucraina continua a tracimare i confini geografici del Paese aggredito. Domenica, due membri della NATO hanno riferito di violazioni del loro spazio aereo da parte di droni russi: uno avrebbe sorvolato la Romania durante una serie di raid notturni contro l’Ucraina, mentre un altro si sarebbe schiantato nella Lettonia orientale un giorno prima.
Un drone sarebbe entrato in territorio rumeno mentre Mosca bombardava obiettivi civili e infrastrutture portuali lungo il Danubio, secondo quanto riferito dal ministero della Difesa di Bucarest, che per l’occasione ha prontamente dispiegato aerei da caccia F-16 per monitorare la situazione e avvisato tramite messaggi di testo i residenti nelle regioni orientali interessate. Non si registrano per il momento danni o vittime.
Poche ore dopo, il ministro della Difesa lettone, Andris Sprūds, ha confermato la caduta di frammenti di un drone russo vicino la città di Rezekne, situata a circa 55 chilometri dalla Russia e 75 dalla Bielorussia, presumibilmente deviato dallo spazio aereo di Minsk.
Mircea Geoană, segretario generale aggiunto uscente dell’Alleanza, ha condannato l’incursione nello spazio aereo rumeno definendola “irresponsabile e potenzialmente pericolosa”, pur chiarendo che non vi sono indizi sull’intenzionalità del gesto da parte di Mosca e sottolineando l’urgenza di mantenere alta la vigilanza. Anche il ministro della Difesa lettone ha ridimensionato l’accaduto, che ha ciononostante definito un “grave incidente”.
Nel frattempo, in Ucraina, le forze russe continuano a martellare la regione di Sumy, mentre nuovi attacchi missilistici mietono vittime civili nel Donbass e a Kharkiv. Lunedì Mosca ha dichiarato di aver catturato il villaggio ucraino di Memryk, a circa 20 km dal centro logistico di Pokrovsk, nella regione orientale di Donetsk. Nella regione russa di Kursk occupata dagli ucraini, invece, alle elezioni regionali è stato confermato a larga maggioranza il governatore uscente Alexei Smirnov, alleato di Putin.