Nel 2016 Hunter Biden, secondogenito del presidente Joe, avrebbe chiesto all’ambasciatore USA a Roma John R. Phillips di procurargli un contatto con l’allora presidente della Toscana Enrico Rossi per conto della Burisma, un’azienda energetica ucraina di cui Hunter era consigliere d’amministrazione.
L’ambasciatore fu molto restio a collaborare e di fatto l’affare che Burisma sperava di realizzare nel settore dell’energia geotermale nella regione italiana non fu neanche discusso. La storia, che solleva ulteriori interrogativi sugli opachi affari esteri del figlio del presidente, è stata portata alla luce dal New York Times in vista dell’appuntamento di Biden jr. con i giudici il mese prossimo per l’accusa di aver evaso le tasse su milioni di dollari di reddito provenienti dalla Burisma e da altre attività estere.
Il materiale, a lungo nascosto dall’amministrazione Biden e ottenuto dal quotidiano newyorkese solo dopo un lungo contenzioso con il Governo, mostra come i funzionari dell’ambasciata USA a Roma fossero titubanti riguardo alla richiesta di Hunter Biden. Anche un funzionario del Dipartimento del Commercio espresse numerose riserve sull’affare, suggerendo che Washington non avrebbe dovuto promuovere attivamente gli interessi di una compagnia straniera senza un valido passaggio istituzionale.
Abbe Lowell, avvocato di Hunter Biden, ha sottolineato che non ci fu alcun incontro tra il suo assistito e il presidente Rossi (eletto con il Partito Democratico), e che nessun progetto si sia mai concretizzato. Un portavoce della Casa Bianca ha affermato che il presidente non era a conoscenza del fatto che suo figlio stesse contattando l’ambasciata statunitense in Italia per conto di Burisma.
Hunter Biden non è stato finora accusato di violazione del Foreign Agents Registration Act (FARA), che richiede la registrazione per chi fa lobbying per autorità straniere. L’affare italiano arriva però pochi giorni dopo la fuoriuscita di altre indiscrezioni secondo cui Hunter avrebbe contattato il Dipartimento di Stato per conto di un altro cliente straniero, un magnate immobiliare romeno accusato di corruzione.
Gli inquirenti e gran parte del Partito Repubblicano credono che il 54enne abbia cercato di sfruttare il prestigio politico di suo padre per promuovere interessi commerciali esteri. Molti esponenti del GOP hanno inoltre sottolineato come le rivelazioni su Biden jr. si siano stranamente moltiplicate a poca distanza temporale dalla decisione di Biden sr. di rinunciare a un secondo mandato alla Casa Bianca – ipotizzando che la Casa Bianca abbia voluto coprirle per tutelare l’immagine pubblica dei due Biden.