Per molto tempo, affrontare o soltanto parlare delle sfide che le donne in menopausa dovevano fronteggiare sui posti di lavoro aveva scoraggiato, almeno finora, le aziende a investire o a trovare soluzioni innovative per attutirne i costi economici e sociali.
Recentemente però molte società, fra cui la multinazionale Microsoft, hanno iniziato a supportare le dipendenti che attraversano questa fase della loro vita. Hanno realizzato una serie di benefici fra cui prestazioni mediche personalizzate e orari di lavoro più flessibili.
Il gigante del settore tecnologico fa parte di un piccolo, ma crescente numero di aziende, circa il 4%, secondo un recente rapporto della società di consulenza NFP, che offrono alle lavoratrici trattamenti sulla terapia ormonale, l’acceso agli specialisti, nonché il congedo retribuito specifico.
Julie Stich, vicepresidente di International Foundation of Employee Benefit Plans (IFEBP), ha dichiarato: “C’è sicuramente un maggiore interesse al riguardo. Non è diffuso tra le aziende statunitensi, ma ci sono alcuni cambiamenti in atto”.
Uno studio della Mayo Clinic ha rilevato che la menopausa costerebbe complessivamente all’economia statunitense circa 1,8 miliardi di dollari in tempo di lavoro perduto all’anno e altri 26,6 miliardi di dollari quando si aggiungono le spese mediche. Inoltre si prevede che il numero delle donne in post-menopausa raggiungerà 1,1 miliardi a livello globale entro il 2025.
L’attenzione dei datori di lavoro verso la menopausa rientra in una serie di progetti che include tutte le fasi della vita dei dipendenti, come in precedenza avvenuto per i benefici legati alla fertilità e il congedo parentale.
Secondo quanto riportato da Bank of America, quando i benefit per la menopausa sono forniti dalle aziende, il 58% delle donne ha riferito di essere riuscite a “dare il meglio di sé al lavoro” grazie ai vantaggi ottenuti.
La menopausa interessa le donne di età compresa tra i 45 e i 54 anni e questa fascia demografica costituisce circa il 20% della forza lavoro femminile (47% su quella complessiva negli Stati Uniti).
I sintomi che interessano questo ciclo vitale possono variare da donna a donna, possono riguardare problemi urogenitali come incontinenza, dolori vaginali, psicologici in termini di depressione e ansia oltre che fisici con vampate di calore, problemi di sonno, disturbi articolari e muscolari.
A livello legislativo in passato sono stati proposti diversi disegni di legge – uno prevedeva l’ampliamento di Medicare per includere la sostituzione ormonale, un altro le terapie per la menopausa e un altro ancora richiedeva ulteriori ricerche da parte del NIH, un’agenzia sui servizi della salute, sui trattamenti correlati alla menopausa. Sono stati presentati alla Camera delle Rappresentanze, ma non hanno trovato la loro attuazione in fase finale.
Il Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani degli Stati Uniti ha recentemente annunciato un investimento da 100 milioni di dollari nella ricerca e sviluppo per la salute delle donne attraverso l’Advanced Research Projects Agency for Health, un’agenzia all’interno dell’HHS, Dipartimento della Salute.