Un viaggio d’altri tempi su un treno blindato di lusso, così il dittatore nordcoreano Kim Jong-un si è diretto nell’est della Russia per incontrare Vladimir Putin. Kim è giunto a Khasan dove è stato accolto dal ministro dell’Ecologia russo, Aleksander Kozlov.
Il presidente russo non lascia il paese da oltre un anno – colpito da un mandato di cattura internazionale dopo l’invasione dell’Ucraina – mentre Kim non si allontana quasi mai da casa, l’ultima volta fu nel 2019 per andare a incontrare – appunto – Putin a Vladivostok, dopo il crollo dei colloqui sul disarmo nucleare nordcoreano con la Casa Bianca allora occupata da Donald Trump.
In questo caso, il leader di Pyongyang sembra portare in dono armi per l’offensiva in Ucraina. Si discuterà “di temi sensibili” ha detto il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov, senza tenere in conto i moniti degli Stati Uniti: “Nelle relazioni coi nostri vicini, inclusa la Corea del Nord, l’importante sono gli interessi reciproci e non gli avvertimenti di Washington”.
Al di là degli interessi geostrategici, spira da questa storia un’aura di estrema ricchezza e (giustificata) paranoia. A bordo del treno, per ingannare il tempo, c’è anche un ristorante che serve vini francesi e aragoste fresche; nonché sale conferenze, camere da letto, tv a schermo piatto, poltrone in pelle rossa. Un viaggio di almeno una ventina di ore, circa 1.200 chilometri a 50 chilometri orari: di più non ce la fa, essendo il convoglio appesantito dalla blindatura antiproiettile.
Si chiama Taeyangho, coreano per “Sole”, riferimento simbolico al fondatore della Corea comunista Kim Il Sung, nonno dell’attuale leader, ed è in attività da parecchio. Anche Kim Il Sung viaggiava in treno; come pure il figlio Kim Jong Il, morto nel 2011, che pare avesse paura di volare; nel 2001 ci mise 10 giorni ad arrivare a Mosca per il primo incontro con Putin. Il comandante russo Konstantin Pulikovsky, che all’epoca accompagnava il leader nordcoreano, scrisse che a bordo ‘si poteva ordinare qualunque piatto di cucina russa, cinese, coreana, giapponese e francese’ (forse pizza e pasta no); c’erano carne d’asino e molluschi abalone, e vodka a fiumi. Per Kim Jong-un, oggi, la scelta del treno verosimilmente non è questione di fobie (altre volte ha viaggiato su jet privati made in Russia), ma di prudenza contro possibili attentati, e forse di status.
Per il Cremlino l’incontro è di grande importanza. La Corea del Nord ha una enorme industria bellica con possibilità produttive su larga scala e potrebbe fornire a Mosca soprattutto munizioni da impiegare sul fronte ucraino. La Russia fino adesso si è dichiarata costantemente contraria alla produzione di armamenti atomici da parte di Pyongyang, votando regolarmente a favore delle sanzioni Onu in proposito. Ma quelle sanzioni implicano il divieto di commerciare armi con la Corea del Nord.
Un contratto bellico sarebbe dunque una grossa novità, e una indicazione che Putin sempre più vorrebbe rimodellare a suo piacimento gli equilibri internazionali. In cambio, potrebbe fornire alla Corea del Nord aiuti umanitari: Kim Jong-un produce armi ma la situazione alimentare nel paese è costantemente difficile.
A Vladivostok – possibile sede del colloquio – si sta tenendo il Forum Economico dell’Est, simposio che dovrebbe aumentare la cooperazione regionale e raccoglie rappresentanti da oltre 60 paesi. Nel suo messaggio inaugurale, Putin è sembrato molto più interessato alla crescita dell’agricoltura nell’Estremo Oriente russo, presentato come un’enorme, gelida regione sottosviluppata, che ai problemi dell’offensiva in Ucraina. Ma per continuare la guerra al paese invaso, il Cremlino ha bisogno di tutto l’aiuto possibile.
L’8 settembre è emersa una storia curiosa: l’arresto a Cuba di 17 persone nel quadro di quello che è stato descritto come un traffico di cittadini cubani che dovrebbero andare a combattere sul fronte ucraino. I 17 presunti trafficanti rischiano grosso, potenzialmente anche la pena di morte per “reclutamento di mercenari”. Il ministero degli Esteri cubano lo ha annunciato dichiarando che L’Avana “non è parte della guerra in Ucraina”; d’altra parte Cuba e Russia sono alleati politici e ai cubani non serve un visto per recarsi nel paese, dove in molti per tradizione fanno l’università o lavorano. Alcune testimonianze di cittadini cubani parlano di figli attirati in Russia con la promessa di un buon lavoro e poi mandati a combattere.
Secondo la legge russa, gli stranierei possono arruolarsi nell’esercito sotto contratto; da settembre 2022, – in uno sforzo che sembra mirato a reclutare soldati, gli stranieri che hanno servito almeno un anno nell’esercito possono richiedere la cittadinanza russa con una corsia preferenziale, ovvero senza necessità di ottenere prima un permesso di soggiorno.