Lo speaker repubblicano della Camera, Kevin McCarthy, ha annunciato con molta teatralità di aver chiesto alle sue commissioni di aprire un’indagine formale di impeachment nei confronti del presidente Joe Biden. Una richiesta per mettere sotto accusa il presidente senza nessuna prova che dimostri, almeno per ora, che abbia tratto profitto dagli affari di suo figlio.
Teatralità perché le indagini sull’operato del presidente non avranno nessun seguito, a meno che non vengano trovate le prove, dopo che i leader repubblicani del Senato si sono mostrati molto scettici sulla richiesta di McCarthy.
L’impeachment è il primo passo per rimuovere un presidente dall’incarico. Se la Camera dovesse mettere sotto accusa Biden, la questione passerebbe al Senato, che dovrebbe passare la sua condanna con una maggioranza di due terzi – un ostacolo per ora insuperabile in una camera controllata dai democratici.
Una decisione questa di McCarthy che evidenzia come lo speaker sia stato preso in ostaggio dall’ala estremista del Partito che ha minacciato di estrometterlo dal suo incarico se non avesse lanciato l’impeachment. McCarthy che non riesce a controllare i “trumpiani” del suo partito sta anche cercando di assicurarsi i voti per negoziare i finanziamenti al governo oltre la scadenza del 30 settembre per evitare la chiusura degli uffici federali. Spera che dando all’estrema destra il “contentino” dell’avvio dell’impeachment di Biden riceva in cambio i voti necessari per un disegno di legge per un finanziamento tampone.
Il presidente “ha mentito al popolo americano sugli affari esteri della propria famiglia”, ha spiegato in una dichiarazione che lo speaker ha letto al Congresso, sostenendo senza nessuna prova che le indagini parlamentari condotte finora hanno trovato elementi sufficienti per aprire l’inchiesta formale per la messa in stato d’accusa.
McCarty ha ammonito che la “presidenza non è in vendita” e ha evocato reati che vanno dall’abuso di potere all’ostruzione della giustizia e alla corruzione.

Inizialmente nelle settimane scorse McCarthy aveva detto che la proposta sarebbe stata presentata per il voto alla Camera, ma quando si è reso conto che non aveva i 218 voti necessari per l’approvazione, perché molti congressman repubblicani moderati sono contrari, ha cambiato idea e così unilateralmente ha chiesto di avviare le indagini. A condurle sarà il presidente della commissione di vigilanza della Camera James Comer, quello della Commissione Giustizia, Jim Jordan e il presidente della Commissione Modi e Mezzi, Jason Smith.
Nel 2019, McCarthy, che era il leader dell’opposizione, e con lui molti repubblicani della Camera, ha criticato ferocemente l’allora speaker Nancy Pelosi per aver aperto la prima inchiesta di impeachment su Trump senza un voto alla Camera. E da allora i repubblicani hanno minacciati ripetutamente che avrebbero aperto procedure di impeachment senza un voto che lo avrebbe autorizzato.
McCarthy ha detto che l’inchiesta si concentrerà soprattutto sulla possibilità che Biden abbia tratto beneficio dagli accordi d’affari stretti dal figlio Hunter. “Si tratta di accuse di abuso di potere, ostruzione e corruzione che giustificano ulteriori inchieste da parte della Camera dei rappresentanti. Per questo oggi darò istruzioni alla nostra commissione di aprire una inchiesta formale nei confronti del Presidente Biden”, ha detto l’esponente repubblicano.
Finora nelle indagini condotte dalle tre Commissioni della Camera non è stata presentata nessuna prova che dimostri il coinvolgimento del presidente negli affari di suo figlio. Non trovando le prove hanno accusato il Dipartimento di Giustizia di aver ostacolato le indagini sui rapporti finanziari di Hunter Biden.
Il figlio del presidente è sotto inchiesta da cinque anni per i presunti reati di evasione fiscale, lobby illegali all’estero e riciclaggio e per aver acquistato illegalmente una pistola. Nei mesi scorsi un giudice federale ha respinto il patteggiamento proposto dal Dipartimento della Giustizia a Hunter Biden, in quanto ritenuto “atipico e senza precedenti”.
Il procuratore speciale David Weiss, nominato dal ministro della Giustizi Merrick Garland, intende chiedere a un gran giurì di incriminare Hunter Biden prima del 29 settembre non è chiaro per quali delle accuse pendenti, perché le tasse che non aveva pagato nel 2018 sono state saldate con gli interessi. Resta l’acquisto illegale della pistola che peraltro è stata già sequestrata dalla polizia.
La Casa Bianca ha reagito alla richiesta di messa in stato d’accusa, bollandola come “estremismo politico”. Uno dei portavoce del presidente, Ian Sams, in un post su X, ha parlato di “estremismo politico nella sua forma peggiore”. “I repubblicani della Camera hanno indagato sul presidente per nove mesi e non hanno trovato alcuna prova di illeciti” ha sottolineato il funzionario.
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