L’Air Force One di Joe Biden è atterrato nel Regno Unito. Quella appena iniziata sarà infatti un’intensa settimana di vertici europei per il presidente statunitense, inaugurata dall’incontro tra il capo della Casa Bianca e Re Carlo al Castello di Windsor.
Prima di lasciare Washington, in un’intervista alla CNN, il presidente USA aveva mandato un messaggio preciso: “La guerra deve finire prima che l’Ucraina possa ottenere l’ingresso NATO. Per la Svezia invece sono ottimista perché sta risolvendo i problemi con la Turchia, mentre sugli F16 potrebbe nascere addirittura un consorzio Nato per dotare i Paesi che ne fanno richiesta…”
Di trattative segrete con Mosca Biden non vuole parlare, ma russi e americani si stanno sentendo da settimane – anche se la Casa Bianca precisa che “non succederà nulla se anche l’Ucraina non sarà al tavolo. Ma prima la guerra deve finire…”
Al centro del vertice tra i capi di Stato di Londra e Washington ci sarà invece la comune lotta al cambiamento climatico, e nello specifico come aiutare le nazioni in via di sviluppo maggiormente colpite dal riscaldamento.
Biden si recherà anche a 10 Downing Street per incontrare il premier Rishi Sunak per la sesta volta da quando l’ex cancelliere dello Scacchiere di Boris Johnson è divenuto primo ministro, lo scorso ottobre. Tra i due leaders sembra esserci davvero una ‘special relationship’, soprattutto in merito alla guerra in Ucraina – che giocoforza sarà il tema principe delle discussioni.
Ma di guerra in Ucraina si parlerà soprattutto a partire da martedì, quando Biden parteciperà al vertice annuale della NATO a Vilnius. Almeno tre i grandi temi della due-giorni lituana: gli aiuti militari all’Ucraina, il futuro di Kyiv nell’Alleanza Atlantica, nonché il superamento del veto turco all’ingresso della Svezia.
Per quanto riguarda il primo aspetto, la recente decisione statunitense di fornire bombe a grappolo alle truppe ucraine è destinata a provocare più di un malumore tra gli alleati. Tre quarti dei 31 Paesi NATO – compresi quattro dei principali alleati europei di Washington (Regno Unito, Germania, Francia e Italia) – hanno infatti sottoscritto la Convenzione di Oslo del 2008, che vieta l’utilizzo di simili munizioni a causa della pericolosità per la popolazione civile.

Al vertice lituano si discuterà però anche di nuovi ingressi “giallo-blù”. In primis quello della Svezia, la cui candidatura (formalizzata assieme alla vicina Finlandia, ma con meno successo) è di fatto bloccata da mesi dal veto del presidente turco Recep Tayyip Erdogan. Il leader di Ankara sostiene infatti che Stoccolma ospiti esuli e rifugiati curdi affiliati al PKK, che in Turchia è ritenuto un’organizzazione terroristica. Sinora i tentativi di mediazione della Casa Bianca sono serviti a poco.
Secondo molti addetti ai lavori per vincere la resistenza di Erdogan servirà quindi offrire una ‘ricompensa’ – ossia vendere ad Ankara i moderni jet da combattimento americani F-16. L’amministrazione Biden ha fatto capire di essere favorevole alla transazione. Tuttavia, l’accordo dovrebbe essere autorizzato dal Congresso – e diversi membri, in particolare il senatore democratico Bob Menendez, leader della Commissione per le Relazioni Estere, hanno espresso resistenza a scendere a patti con il ‘sultano’.
Sul tavolo resta anche la candidatura dell’Ucraina. Alla due-giorni lituana è atteso anche Zelensky, che ribadirà il mantra di Kyiv: essere ammessa nell’Alleanza una volta terminata la guerra.
Il consigliere per la sicurezza nazionale di Biden, Jake Sullivan, ha tuttavia dichiarato ai giornalisti che l’Ucraina dovrà ancora compiere “ulteriori passi” prima di poter aderire. “Gli Stati Uniti, i nostri alleati della NATO e l’Ucraina avranno l’opportunità di discutere le riforme che sono ancora necessarie affinché l’Ucraina si adegui agli standards della NATO”, ha dichiarato Sullivan, anticipando il vertice di Vilnius.
Prima di fare ritorno a Washington, infine, Biden farà tappa anche a Helsinki, in Finlandia, per incontrare i leaders scandinavi.