A pochi passi dall’albero di Natale del Rockefeller Center si sono accese domenica sera delle altre e diverse luci, altrettanto brillanti e non meno significative.
All’angolo del Central Park, alla Manhattan Grand Army Plaza , la Lubavitch Youth Organization ha allestito la cerimonia di illuminazione della prima luce della più grande menorah del mondo per celebrare l’inizio della festa ebraica di Hannukkah e ha accompagnato la festa con canti e balli tradizionali. Una analoga, anche se più semplice cerimonia avverrà anche nelle altre sette sere che porteranno alla illuminazione completa delle otto braccia dell’enorme candelabro.
Eretta nel 1973 sotto la direzione dal rabbino Shmuel Butman e disegnata dall’artista israeliano Yacoov Agam, pare seguendo le indicazioni di un antico schizzo medioevale, la menorah viene in realtà accesa da allora ogni anno. Come ogni anno viene illuminata la non meno imponente menorah creata nel 1984 alla Gran Army Plaza di Park Slope, a Brooklyn. Quest’anno, pero’, la grande cerimonia nel cuore della Grande Mela ha trasmesso un messaggio particolare.

Considerata religiosamente meno importante di altre festività ebraiche come quelle di inizio anno o il Passover, la Pasqua Ebraica, Hannukkah celebra un evento storico avvenuto nel secondo secolo prima di Cristo, quando la rivolta dei Maccabei era riuscita a liberare Gerusalemme dagli invasori ellenisti e a riconsacrare il secondo Tempio, che era stato vandalizzato e dedicato a Giove. La storia racconta che i liberatori avevano trovato solo poche gocce di olio sacro per illuminare il candelabro, ma che, miracolosamente quelle poche gocce erano bastate per otto giorni, il tempo sufficiente per prepararne del nuovo. Da allora, la menorah, il candelabro a otto braccia, è diventato un simbolo della resilienza del popolo ebraico contro i nemici che lo vogliono distruggere. Per ricordare, dopo aver acceso ogni giorno, per otto giorni, una candela in più, si festeggia mangiando cibi dolci o fritti nell’olio d’oliva. E i bambini, con una trottola, si sfidano per aggiudicarsi le preziose monete di cioccolato.
Nei tempi più recenti, la vicinanza di calendario con le feste di Natale ne ha fatto una parte delle celebrazioni di fine anno di tutti. Così, le menorah hanno cominciato ad apparire ovunque accanto agli alberi di Natale, i bambini ebrei hanno iniziato a ricevere tanti bei regali simili a quelli che il loro coetanei cristiani trovano sotto l’albero e alle feste nelle case si invitano amici e vicini di casa per mangiare insieme le frittelle dolci.
Quest’anno, pero’ , in una città preoccupata del crescente antisemitismo, la cerimonia dell’accensione della menorah al Central Park ha sicuramente anche trasmesso un messaggio diverso.
”La luce si diffonde e è la luce della tolleranza e della comprensione”, ha spiegato il rabbino Rick Jacobs, presidente dell’Unione dell’Ebraismo Riformato, osservando che l’accensione pubblica amplifica il messaggio trasmesso dall’antica usanza di esporre le menorah alla finestra di casa.
”L’accensione in uno spazio pubblico e’ una dichiarazione aperta contro l’antisemitismo. E’ un modo di dire agli ebrei che non sono soli. E’ anche il riconoscimento che l’antisemitismo non riguarda solo gli ebrei ma colpisce tutti, è parte di una teoria cospiratoria che è la chiave di tanto odio nella società odierna”, gli ha fatto eco Adam Neufeld, vice presidente della Anti-defamation League,” Se non ce ne occupiamo ora, sappiamo quale strada l’antisemitismo può prendere e non sarà un bene per nessuno”.
Un messaggio gridato, insomma, con le luci della festa. Per arrivare a tutti i newyorkesi e ai turisti arrivati in questi giorni da tutto il mondo.