Se ne è andato troppo presto Carmine Piccolo, figlio del Vice Consigliere militare alla Missione Italiana presso le Nazioni Unite Colonnello Rocco Piccolo.
Gli è stato fatale un incidente in motorino, un frontale con una macchina nei pressi di Castel Gandolfo, a Roma, mentre andava ad allenarsi in palestra. Aveva 26 anni e una vita ancora da scoprire.
“Era una persona stupenda – racconta con voce scossa il fratello Alessandro – ha affrontato tante difficoltà, ma ha sempre saputo rialzarsi più forte di prima. Era il primo di cinque figli e aveva una grande dote: ci spronava sempre. Per lui la famiglia valeva più di ogni altra cosa, è stato un fratello maggiore perfetto”.
Nato a Roma il 6 maggio 1996, Carmine è cresciuto tra l’Europa e gli Stati Uniti. Ha studiato tre anni in Portogallo, prima di tornare in Italia al liceo scientifico ad Albano e decidere che il suo futuro sarebbe stato all’insegna della legge.
Sognava di fare il magistrato e per questo si era iscritto a giurisprudenza a Roma. Durante gli studi, tante esperienze all’estero, prima a Lisbona e poi alla Suffolk University di Boston, avvicinandosi alla famiglia che nel frattempo, per seguire il padre Rocco, si era trasferita a New York.

In Massachusetts ha incontrato Daniele, compagno di studi con cui ben presto ha costruito un rapporto speciale. “Ci siamo conosciuti l’anno scorso, ma con Carmine è sempre stato diverso: era come se fossimo amici da una vita intera”. Tante le cene insieme, a cucinare la carbonara e parlare di quell’Italia lontana ma mai dimenticata. Cibo, film e chiacchierate fino a tarda notte, scambiandosi pareri e opinioni su come sarebbe stato il loro futuro insieme.
“Ad aprile mi sono sposato – continua Daniele – e lui è stato il mio testimone di nozze. Ha portato a me e a mia moglie gli anelli all’altare. La sera prima mi aveva organizzato l’addio al celibato con alcuni amici, con i quali proprio oggi ci siamo rivisti per ricordare quei momenti”.
Gli mancavano gli ultimi esami prima della laurea, ma già aveva pronta l’idea per la tesi. Un trattato sul diritto spaziale di cui aveva già scritto qualche pagina. “Era felicissimo – ricorda Alessandro – perché aveva appena avuto la notizia che il suo professore e un altro avvocato fossero pronti a scrivergli la lettera di raccomandazione per Harvard. Era uno studente eccezionale e puntava in alto, alle migliori università del mondo”.
Chi lo conosceva bene lo definisce “un angelo”. Sarebbe tornato a New York tra qualche giorno, per ricongiungersi con la famiglia prima di Natale e passare le feste con loro.
Famiglia che, proprio in ricordo di Carmine, quest’anno sarà ancora più unita. Sarebbe stato felice così, vedendo i suoi cari tutti insieme attorno a un tavolo.