In un Paese ancora profondamente scosso dalle stragi di Buffalo e di Uvalde, giovedì la Corte Suprema ha emesso una storica decisione a favore del Secondo Emendamento, sancendo che la Costituzione USA protegge il diritto di girare armati in pubblico.
La sentenza della Corte ha invalidato una legge dello Stato di New York (approvata nel lontano 1913) che impone a chi richiede il porto d’armi di dimostrare di averne un legittimo motivo. Secondo i giudici, la misura violerebbe la garanzia del Secondo Emendamento sulla libertà di “possedere e portare armi”, tra cui pistole e fucili.
La decisione è stata presa con 6 voti a favore (conservatori) e 3 contrari (quelli dei componenti liberali). L’opinione che ha prevalso è stata quella del giudice Clarence Thomas, secondo cui “il diritto di un individuo di girare con una pistola per autodifesa fuori casa” è chiaramente contenuto nel testo fondamentale.
La causa era stata intentata da due proprietari di armi e dalla sezione newyorkese della National Rifle Association (NRA), la principale lobby pro-armi del Paese vicina al Partito Repubblicano. Secondo la normativa ribaltata, a New York i proprietari di armi dovevano dimostrare di avere una “giusta causa” per essere autorizzati a portare una pistola in strada, dimostrando una legittima (e concreta) necessità di autodifesa. Da questo momento, invece, nessun ostacolo legale e via libera ad armi e fucili in tutte le strade dello Stato.
Leggi analoghe a quella di New York sono attualmente in vigore, e ad immediato rischio di bocciatura, anche in California, Hawaii, Maryland, Massachusetts, New Jersey e Rhode Island.

Dura la reazione della Casa Bianca. La decisione della Corte Suprema, secondo Joe Biden, “è contraria sia al buon senso che alla Costituzione” e “dovrebbe preoccupare tutti noi”, ha dichiarato il presidente in un comunicato. Biden ha espresso la sua “triste delusione”, invitando “gli americani di tutto il Paese a far sentire la loro voce sulla sicurezza delle armi” e “gli Stati a implementare nuove norme.”
Sconcerto è stato espresso anche dal Justice liberale Stephen Breyer, il quale ha affermato che in una nazione in cui ci sono più armi per persona di qualsiasi altro Paese al mondo, la sentenza ha ampliato i diritti dei pro-gun senza considerare la “natura o la gravità” della violenza armata nella società statunitense.
Alla lunga lista dei delusi vanno aggiunti anche la governatrice dem di New York, Kathy Hochul, che ha definito la decisione “estremamente sorprendente”, e naturalmente il sindaco della Grande Mela, Eric Adams. “Non possiamo permettere che New York si trasformi nel Far West”, ha dichiarato il primo cittadino, aggiungendo che i funzionari valuteranno le procedure di autorizzazione e le modalità di identificazione delle aree sensibili.
Put simply, this Supreme Court ruling will put New Yorkers at further risk of gun violence.
We have been preparing for this decision and will continue to do everything possible to work with our federal, state, and local partners to protect our city. https://t.co/rLvU0gs6zi
— Mayor Eric Adams (@NYCMayor) June 23, 2022
La controversa sentenza della Corte arriva dopo l’ennesimo weekend di sangue a New York, dove tra sabato e domenica si sono verificate almeno quattro sparatorie e sono morte due persone. Solo nei primi tre mesi dell’anno, nella città sull’Hudson si sono verificate quasi 300 sparatorie (296), trenta in più dell’anno scorso. Una statistica che le autorità cittadine e il NYPD temono possa incrementare esponenzialmente con il liberi-tutti dei Justices di Washington.