È attesa nei prossimi giorni una sentenza della Corte Suprema che potrebbe far naufragare gli sforzi dell’amministrazione Biden per limitare l’accesso alle armi negli Stati Uniti.
I Justices di Washington – in maggioranza conservatori – sono infatti chiamati a esprimersi sulla costituzionalità delle limitazioni imposte dallo Stato di New York al porto di armi nascoste in pubblico.
La causa è stata intentata da due proprietari di armi e dalla sezione newyorkese della National Rifle Association (NRA), la principale lobby pro-armi del Paese vicina al GOP. Secondo la normativa vigente, infatti, i proprietari di armi devono dimostrare di avere una “giusta causa” per essere autorizzati a portare un’arma nascosta, dimostrando una legittima (e concreta) necessità di autodifesa. Le restrizioni sono particolarmente ferree soprattutto nella città di New York, mentre altrove nello Stato il rilascio di una licenza risulta più agevole.
L’obiettivo della NRA consiste nel rovesciare le limitazioni imposte da Albany sul porto di armi nascoste, rendendolo possibile anche in assenza di una giusta causa.
Nel corso delle discussioni orali precedenti la decisione, la maggioranza conservatrice (6-3) della Corte si è dimostrata pronta ad assecondare le richieste dei pro-armi. Il verdetto è atteso entro fine giugno, ma l’eventuale accoglimento delle richieste della NRA rischia di provocare un effetto a cascata su molti altri regolamenti statali sul controllo delle armi. Tra questi, il divieto di possedere armi d’assalto (come i fucili utilizzati dai killers di Uvalde e Buffalo) o caricatori ad alta capacità, che potrebbero venire a loro volta rimossi.

Proprio le stragi di Uvalde e Buffalo, nonché la più recente escalation di violenza armata nel fine settimana del Memorial Day, hanno riproposto l’annosa questione della regolamentazione delle armi negli Stati Uniti. A spingere per maggiori restrizioni all’acquisto sono soprattutto i democratici, mentre i repubblicani e la NRA sono compatti nel difendere il “right to bear arms” sancito dal Secondo emendamento della Costituzione USA. Ad intervenire sulla questione è stato anche il presidente Joe Biden, che ai parenti delle vittime del Texas aveva promesso: “Faremo qualcosa”.