Il governatore repubblicano dell’Oklahoma Kevin Stitt ha firmato la legge sull’aborto più restrittiva d’America, che vieta l’interruzione di gravidanza sin dalla fecondazione e consente ai privati cittadini di fare causa a chi la pratica o la induce “consapevolmente”.
L’aborto diventa così proibito in ogni fase della maternità, tranne che per emergenze mediche o quando è frutto di stupro, incesto e aggressione sessuale.
“Ho promesso al popolo dell’Oklahoma che come governatore avrei firmato qualsiasi legge pro-vita che fosse stata presentata – ha detto Stitt – e sono orgoglioso di aver mantenuto quella promessa. In Oklahoma ci alzeremo sempre in piedi per la vita”.
Dal testo rimane escluso però, tra le definizioni di aborto, “l’uso, la prescrizione, la fornitura o la vendita di pillole del giorno dopo, come qualsiasi tipo di contraccezione o contraccezione d’emergenza”.
La legge è stata approvata a larga maggioranza dell’Assemblea legislativa dello Stato, controllata dai repubblicani, che ha approvato anche altre misure anti-aborto. La minoranza democratica si è opposta, accusando i repubblicani di essere incoerenti nelle loro affermazioni di difesa della vita dei bambini.
“Se non sei ancora nato, allora va bene – ha dichiarato il democratico Mickey Dollensma – ma se hai bisogno di andare all’asilo, buona fortuna se vivi in Oklahoma, buona fortuna se sei nei sistemi senza fondi dell’assistenza sociale o della scuola pubblica”.
Tra le precedenti leggi anti aborto approvate, se ne ricorda soprattutto una: quella entrata in vigore lo scorso agosto, che criminalizza i medici scoperti a praticare interruzioni di gravidanza con pene fino a 10 anni di reclusione e multe fino a 100mila dollari.