È stato esonerato Anthony Broadwater, condannato nel 1982 per lo stupro dell’autrice americana Alice Sebold.
Sebold, riconosciuta per il romanzo Amabili Resti, ha avuto il suo esordio nel 1999 con la biografia Lucky, nella quale la donna raccontava lo stupro subito all’età di 18 anni e le conseguenze che questo ha avuto nel corso della sua vita. Proprio nella biografia, come al processo, Sebold raccontava di aver incontrato Broadwater, un uomo nero, mesi dopo aver ricevuto l’abuso, e aver contattato la polizia pensando che fosse il suo aggressore.
Sebold ha scritto una lettera di scuse a Broadwater che, nonostante sia uscito di prigione dopo 16 anni nel 1998, è rimasto fino ad oggi sulla lista dei criminali sessuali pur essendo innocente.
“La cosa che più mi dispiace è che la vita che avresti potuto vivere ti è stata rubata in maniera ingiustificata. So che nessuna scusa può cambiare quello che ti è successo, e mai potrà,” ha scritto Sebold, dopo che la sentenza della scorsa settimana ha esonerato ufficialmente Broadwater.
È stato Timothy Mucciante, un produttore esecutivo, ad iniziare ad esprimere dubbi sulla colpevolezza del condannato, lavorando all’adattamento cinematografico di Lucky. Studiando il libro ed i documenti legali, infatti, Mucciante ha notato diversi punti in cui le indagini delle forze dell’ordine ed il processo apparivano superficiali, basati su prove insufficienti.
In una scena del libro, avvenuta nella realtà, Sebold viene posta di fronte a diversi uomini dovendo scegliere il colpevole tra la folla. Nonostante Sebold non scelga Broadwater, l’uomo da lei denunciato, il processo continua.
Sono state solo due le prove usate per incriminare Broadwater: l’uso dell’analisi microscopica dei capelli, una tecnica non sempre affidabile, ed il fatto che l’uomo, all’epoca, vivesse in quella stessa zona.
“Alcune cose mi sono saltate all’occhio in quanto inusuali nel sistema di giudizio penale americano – precisamente la procedura in cui Alice ha scelto la persona sbagliata come suo assalitore… ma lo hanno processato comunque,” ha detto Mucciante.
Dopo essere stato spinto ad abbandonare la produzione del film nel giugno di quest’anno, Mucciante ha ingaggiato un investigatore privato per riesaminare il caso. In solo due giorni l’investigatore ha capito che il verdetto era errato, e il conseguente riesame del caso ha confermato che le prove erano state insufficienti.
Gli avvocati di Broadwater hanno evidenziato che, non avendo voluto dichiararsi colpevole di un crimine non compiuto, l’uomo ha anche visto cinque richieste di libertà vigilata negate.