Non ci credereste mai! Oggi nel primo pomeriggio mi ha citofonato il sindaco e mi ha chiesto perché non gliela ho mai data. Gli ho risposto: “Perché non me l’hai mai chiesta. Ormai siamo fuori tempo massimo. Ma se vuoi, possiamo rimediare, purché prima tu perda 20 chili smettendo di mangiare Nutella. Nel frattempo chiederò informazioni alle mie amiche sulle tue prestazioni sessuali: non sarà mai che la dia a un incompetente in materia”.
Va beh, confesso mi sono inventata questa storiella lì per lì mescolando le citofonate di Matteo Sceriffo al sessismo di Silvio Casanova, ma qualcosa di vero c’è. Perché qui tra politica e sesso si fa un gran baccano, ma mi sa che l’incompetenza in entrambi i settori corre sul fil rouge del destino. E molte finiscono, e sono finite, legate a un partito per sistemarsi la vita. Pazienza se prima gli fosse richiesto di passare per i letti o meno.
Rieccolo il presidente ottantenne Casanova che, quando gli hanno domandato cosa pensasse di Salvini che andava a citofonare agli extracomunitari accusandoli di essere degli spacciatori, ha risposto: “Se io dovessi citofonare a qualcuno, sceglierei di farlo con una bella ragazza per invitarla a cena con me”. E fin qua, era sembrato galante. Ma poi che caduta di stile quando in Calabria, a Tropea, sul palco per sostenere la candidata del centro destra che aveva al suo fianco, ha detto: “Jole Santarelli è una signora che conosco da 25 anni. Non me l’ha mai data però l’ho avuta con me non solo come parlamentare ma anche come sottosegretario”. Disgustoso. Jole ha riso perché speriamo fosse imbarazzata. Come farebbe qualunque signora. Mica poteva schiaffeggiarlo in pubblico, dopo che era venuto a sostenerla. Si glissa. Così ci hanno insegnato le nostre madri. Sbagliando. Perché se non dimostri di sentirti offesa, puoi essere fraintesa. E da cosa nasce cosa… una cosa che non vuoi. E il tuo destino finisce a puttane…
Comunque non è questo il caso di Jole che per fortuna ha una stazza da granatiere ed è over anta, quindi è fuori dalla portata sessuale del presidente Casanova.
I latin lover di ieri la pensavano esattamente come Berlusconi. Per loro quando finivi di giocare alle bambole, diventavi una bambola, un oggetto. L’unico modo per farti rispettare era dire di no. Io avevo due varianti punitive a seconda della gravità della proposta: li piantavo in asso in pubblico oppure li schiaffeggiavo. Alla fine ci provavo pure gusto ma, mettendo tutti i maschi nel mucchio, ho fatto soffrire anche qualche bravo ragazzo.
Negli anni ’80 è arrivato Berlusconi e ha utilizzato tutto quanto era in suo potere e in suo avere per far rifare un passo indietro alle donne in modo che gli dicessero di sì. Talvolta gli sono costate uno sproposito. Soldi a parte, voglio dire che ha affidato a delle sciacquette ruoli politici cruciali per il suo partito, cosicché il partito è proprio andato a puttane.
Ora, un uomo che è disposto a compromettere financo il suo lavoro per la conquista di un momento, non deve intendersi molto di donne o, quantomeno, è un insicuro. Né nemmeno può immaginare come le donne parlino di certi latin lover che sono molto latin ma poco lover.
L’anno scorso – e questa è una storiella vera – mi è accaduto di essere invitata a cena, insieme ad un’altra coppia, da un amico, che era stato un mio spasimante da ragazzina. Nel mezzo della cena con tono lamentoso mi ha detto la frase fatidica: “Tu non me l’hai mai data”. Mi sono sentita offesa e imbarazzata perché c’erano altre due persone a cui non potevo rovinare la serata. Avrei voluto andarmene, ma ho glissato facendo finta di niente. Eppure non gliela ho perdonata o, meglio, non ho perdonato me stessa di non aver avuto la prontezza di spirito di rispondere come nella storiella immaginaria di cui sopra. Ma sono contenta di non avergliela mai data: primo, perché era un narciso innamorato della sua bellezza e recitava un interessamento che era solo finalizzato all’ennesima conquista per vantarsi poi con gli amici, infatti ha fatto soffrire molte mie amiche; secondo, perché una di loro mi ha confidato che era proprio una schiappa.