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October 29, 2019
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Matteo Renzi a New York prende il premio dal GEI e manda messaggi “sereni” a Conte

L'ex premier e ora leader di "Italia Viva", durante un pranzo del GEI, parla in inglese "gattopardesco" di politica per far capire a chi vuol capire

Stefano VaccarabyStefano Vaccara
Time: 5 mins read

Matteo Renzi è a New York (per partecipare alla maratona?) e il Gruppo Esponenti Italiani (GEI) neo diretto da Mario Calvo Platero ne approfitta per organizzare al volo un evento con l’ospite d’eccezione. Un premio per un ex presidente del Consiglio, ci sta. Ufficialmente, oltre che senatore della Repubblica, Renzi è ora “solo” il leader di un partitello politico da lui appena fondato (Italia Viva) che secondo certi sondaggi, si votasse oggi, non andrebbe oltre il 5%. Eppure Renzi parla, anche a New York, col piglio di un capo di governo. O comunque il suo “tutore”. E infatti il governo del BisConte lo ha praticamente vistato lui, e senza l’appoggio dei suoi parlamentari ex PD, ora di Italia Viva, per il premier “Giuseppi” battezzato pure da Trump l’obiettivo di arrivare a mangiare il panettone sarebbe già un miraggio.

Intervenuto al pranzo offerto dal GEI, onorato dalla presenza dell’Ambasciatore Armando Varricchio, tutto all’elegante ristorante sulla 54 e Sesta Ave che di nome fa il Gattopardo, Renzi è sembrato come il Principe di Salina del celebre romanzo, che questa volta dall’isola di Manhattan, con un inglese un po’ difficile da tradurre  (questa volta forse per colpa del microfono malfunzionante…) invia messaggi su quello che dovrà cambiare per far restare in Italia tutto com’è. I populisti alla Salvini (e alla Di Maio?) anti globalizzazione? Per Renzi i populisti non arrivano a capire che “l’Italia, un paese di soli 60 milioni di abitanti, piccolo com’è, è il paese che trae più vantaggi” dal mercato globale. Secondo Renzi, il rischio è che tra populisti nostrani e populisti alla Trump, tornino le barriere dei dazi e che si cambi tutto per davvero per tornare al passato remoto della storia, con l’Italia che farebbe la fine del vaso di coccio.

Matteo Renzi al pranzo del GEI

Renzi dice che tre sono i grandi temi di cui si deve prestare attenzione adesso: Trump e le sue politiche, Brexit e le sue conseguenze, il futuro della UE. Poi, quando gli fanno una domanda sulla Libia, Renzi ammette: “La Libia è stata e continua ad essere la maggiore preoccupazione per la politica estera italiana”.

Quando gli chiedono sul peso nel governo della cocente sconfitta del MS5-PD nelle elezioni regionali in Umbria, dove Salvini ha sfondato e ora pretende che il governo ne prenda atto e vada a casa, lui fa spallucce: “Salvini chiede ogni settimana che il governo si dimetta… E’ stato solo un voto regionale. L’Umbria è una regione molto bella, ma è solo una regione”.

Quando noi della Voce, successivamente, gli abbiamo chiesto se per caso lui farà durare il governo solo fino alla elezione del prossimo presidente della Repubblica, Renzi ha continuato a mandare messaggi di ‘star sereno’ a Conte: “C’è un governo per i prossimi tre anni poi vedremo cosa succederà… La priorità del prossimo anno è dare stabilità all’Italia, che è importante per i mercati, e ridurre il costo del debito”.

A proposti di Presidente della Repubblica o nuovo premier: l’ex presidente della Bce Mario Draghi, che farà? “Parlo solo del passato”. E ancora ‘Conte stai sereno’: “Non tocca a me decidere chi è il presidente del Consiglio, per me è Giuseppe Conte. Quello che può accadere nei prossimi anni non è nelle mie mani. Io lavoro per la stabilità…. Non posso dire se cambieranno i governi nei prossimi anni. Nessuno può dirlo. Negli ultimi 50 anni ci sono stati più di 60 governi in Italia. Siamo abituati a questo. Il fatto che il mio governo sia durato tre anni è stato quasi un record, ma questa maggioranza durerà sino alla fine della legislatura…” E ancora  “Conte ha innanzitutto un presente, ovviamente ha anche un futuro. La cosa importante è che il presidente del Consiglio sia aiutato da tutti a fare il presidente del consiglio. È un lavoro molto difficile” ha continuato il leader di Italia Viva.

Ad una domanda sulla manovra, ancora in corso e che potrebbe far traballare il governo, Renzi ha detto: “Sono contentissimo che abbiamo bloccato l’aumento dell’Iva e ora anche la cedolare secca, la vera sfida sarà nei prossimi mesi bloccare la sugar tax e altre misure: tutto quello che è tassa fa male all’Italia… il nuovo governo nasce per evitare la Salvini tax”. Cioè lo spread BtP-Bund che con il leader della Lega ancora al governo sarebbe, secondo Renzi, andato fuori controllo. Per Renzi l’obiettivo “è quota 50”. Cioè da 77 miliardi all’anno di costo degli interessi di quando prese lui le redini del governo, ora siamo scesi a 59 miliardi. “L’obiettivo è scendere fino a 50 miliardi entro fine legislatura».

Ma quanto vale il suo partito per le prossime dispute elettorali regionali ? “Italia Viva è ancora una start up, non ci saremo in lista in Emilia Romagna, e neanche in Toscana o in Liguria”. E se la Lega di Salvini con in più Meloni-Berlusconi continuasse a vincere? Che succede al governo? “Nulla”, secondo Renzi il governo Conte vivrà “fino al 2023…”

Ad un certo punto Renzi ha voluto riaffermare che l’amicizia con gli Stati Uniti per l’Italia rappresenta un valore imprescindibile, e che le relazioni non possono essere equiparate a quelle con la Russia (messaggio a Matteo Salvini?). “Credo che ci sia solo una grande amicizia per l’Italia nel mondo, quella con gli Stati Uniti. I rapporti tra Italia e Stati Uniti sono un punto chiave per noi. Cambiano i governi, cambiano i presidenti, oggi Trump, prima Obama o Bush o Clinton… ma non cambiano le buone relazioni tra i nostri due Paesi”. E per riaffermare questo concetto ha ricordato il recente viaggio del Presidente Sergio Mattarella a Washington.

Noi della Voce, gli abbiamo fatto notare che, quando lui era premier, il suo ministro degli Esteri Gentiloni aveva fatto un endorsement pubblico proprio a New York in favore di Hillary Clinton alle elezioni del 2016. E allora abbiamo chiesto: lui ha forse delle preferenze per le prossime elezioni presidenziali americane o preferisce questa volta la prudenza?

Abbiamo avuto difficoltà a capire la risposta, non sappiamo se per colpa del microfono mal funzionante o dell’inglese di Renzi. Ci sembra sia stata, pressapoco, questa: “Io ho lavorato molto bene con il presidente Obama. Ma questa è una democrazia e ci sarà ancora una volta una scelta tra un leader democratico e uno repubblicano. Non credo che le preferenze di Paolo Gentiloni abbiano avuto un peso nelle precedenti elezioni…”.

Quante altre domande si sarebbero potute fare a Renzi. Chi scrive queste righe, prima di andare al pranzo del GEI, aveva chiesto agli amici sul suo account di FB quale domanda avrebbero rivolto a Renzi. Me ne sono arrivate una valanga. Sarebbero state tutte pertinenti.  Andate a vederle, domande toste, non c’è che l’imbarazzo della scelta…

 

 

 

 

 

 

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Stefano Vaccara

Stefano Vaccara

Sono nato e cresciuto in Sicilia, la chiave di tutto secondo un romantico tedesco. Infanzia rincorrendo un pallone dai Salesiani e liceo a Palermo, laurea a Siena, master a Boston. L'incontro col giornalismo avviene in America, per Il Giornale di Montanelli, poi tanti anni ad America Oggi e il mio weekly USItalia. Vivo a New York con la mia famiglia americana e dal Palazzo di Vetro ho raccontato l’ONU per Radio Radicale. Amo insegnare: prima downtown, alla New School, ora nel Bronx, al Lehman College della CUNY. Alle verità comode non ci credo e così ho scritto Carlos Marcello: The Man Behind the JFK Assassination (Enigma Books 2013 e 2015). Ho fondato e diretto (2013-gennaio 2023) La VOCE di New York, convinto che la chiave di tutto sia l’incontro fra "liberty & beauty" e con cui ho vinto il Premio Amerigo 2018. I’m Sicilian, born in Mazara del Vallo and raised in Palermo. I studied history in Siena and went to graduate school at Boston University. While in school, I started to write for Il Giornale di Montanelli. I then got a full-time job for America Oggi and moved to New York City. My dream was to create a totally independent Italian paper in New York to be read all over the world: I finally founded La VOCE di New York. In 2018 I won the "Amerigo Award". I’m a journalist, but I’m also a teacher. I love both. I cover the United Nations, and I correspond from the UN for Radio Radicale in Rome. I teach Media Studies and also a course on the Mafia, not Hollywood style but the real one, at Lehman College, CUNY. I don't believe in "comfortable truth" and so I wrote the book "Carlos Marcello: The Man Behind the JFK Assassination" (Enigma Books 2013 e 2015). I love cooking for my family. My favorite dish: spaghetti con le vongole.

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