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October 18, 2016
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Renzi da Obama a comprarsi ciò che l’America non vuole più

Il premier italiano Matteo Renzi vorrebbe copiare dagli USA quelle idee liberiste che ormai gli americani rifiutano

Francesco ErspamerbyFrancesco Erspamer
barack obama matteo renzi

Il Presidente Barack Obama accoglie il premier Matteo Renzi alla Casa Bianca durante una precedente visita nell'aprile del 2015. (Official White House Photo by Pete Souza)

Time: 2 mins read

Un articolo del New York Times di oggi (che giustamente non dedica una riga alla visita di Renzi) aiuta a capire cosa il primo ministro italiano Matteo Renzi cerchi in America e cosa il presidente Barack Obama gli voglia vendere, visto che sempre più ha difficoltà a venderlo a casa sua.

L’articolo espone i risultati di un’indagine  condotta da S&P Global Market Intelligence sulle tasse federali e statali pagate negli ultimi dieci anni dalle più ricche corporation americane: Apple ha pagato il 17% dei suoi profitti, la Coca Cola lo stesso, Google il 16%, Amazon il 13%, Boeing l’8%, Facebook il 4%. Un contribuente della classe media come me paga circa il 40% (prima di pensare che sia poco calcolate che non è inclusa l’assicurazione medica; che la pensione equivale a circa un quinto dello stipendio, salvo contributi extra in fondi d’investimento privati; che le scuole e università pubbliche si pagano con tasse locali).

Questo Renzi e il PD vogliono importare in Italia: il liberismo senza vincoli e controlli (loro preferiscono parlare di deregulation), che altro non è che la libertà dei ricchi e delle grandi corporation di sottrarre soldi allo Stato e alla comunità per indebolirle e con i loro immensi profitti asservire la politica e i media per ottenere ulteriori vantaggi e potere.

In America le cose si stanno muovendo. Il successo ottenuto quest’anno da Bernie Sanders condizionerà la presidenza di Hillary Clinton, che nel suo programma ha inserito una riforma fiscale e l’eliminazione delle scappatoie legali che hanno permesso a un miliardario come Donald Trump di non pagare neanche un dollaro di tasse. Ma Renzi è nato vecchio e il suo mondo è ancora quello degli anni ottanta: da buon provinciale punta al reaganismo fuori tempo massimo.

Il recente condono (scusate, lui preferisce l’eufemismo “voluntary disclosure”) ne è un esempio. Per questo Obama gli dà ascolto: non gli pare vero che anche nell’Europa occidentale ci sia ancora qualcuno disposto a comprarsi un modello superato e fallimentare come se fosse l’ultima novità e (per usare una parola cara a Renzi) molto cool.

Il liberismo non è cool: domina ancora ma solo attraverso menzogne e violenza, a costi insostenibili. Gli americani stanno dicendo no a quello che sono stati negli ultimi trent’anni; in Italia bisogna dire no a chi vuole farci diventare come loro sono stati. Questo si decide il 4 dicembre.

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Francesco Erspamer

Francesco Erspamer

Nato a Bari, cresciuto a Parma e in Trentino, laureato a Roma, professore a Harvard. Mi interesso di letteratura, politica, storia delle idee e cambiamenti culturali. Insegno corsi su estetica, romanzo moderno e contemporaneo, Rinascimento, calcio. Di recente ho scritto: La creazione del passato, Sulla modernità culturale e paura di cambiare, Crisi e critica del concetto di cultura. Come Gramsci, penso che al pessimismo della ragione occorra accompagnare l’ottimismo della volontà, e come James Baldwin, che la libertà non la si possa ricevere in dono: bisogna prendersela.

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