Nel corso della sua vita Amelia Rosselli ha spesso riflettuto ad alta voce. Non tanto per spiegare – non le interessava farlo – ma per cercare, con quel tono basso e leggermente strascicato, qualcosa che potesse tenerle insieme la lingua e il pensiero. Lo faceva in tre lingue, come se una non bastasse. In una sera degli anni Ottanta, durante un incontro informale, parlò di metrica, di ritmo e di poesia davanti a un piccolo gruppo di persone. Quella conversazione, mai pensata per essere pubblicata, diventa oggi un libro.
Il primo maggio, alle 18, negli spazi della Casa Italiana Zerilli Marimò alla NYU, sarà presentato Delirious Verse. A Talk on Metrical Spaces, edito da The Last Books nella primavera 2025. A curare e tradurre il volume sono Andrea di Serego Alighieri e Phil Baber, con la collaborazione di Jennifer Scappettone, che firma anche una nuova traduzione del saggio Spazi metrici. Durante l’incontro, i tre traduttori discuteranno del progetto insieme a Isabella Livorni (NYU).
Delirious Verse raccoglie la trascrizione di quell’intervento orale e la traduce in inglese cercando di mantenerne la struttura libera, in alcuni punti incerta, fatta di ripetizioni, scarti, interruzioni. Non c’è un intento didattico né autobiografico. Rosselli legge, si interrompe, ragiona. Parla della scrittura come di un luogo in cui si entra, non sempre per restarci a lungo.
Il libro non vuole ricostruire il pensiero sistematico della poetessa, né farne un ritratto letterario. Prova piuttosto a restituire un momento, con le sue frizioni, le sue aperture, la voce che si muove dentro e fuori dal testo scritto. Per chi conosce l’opera di Rosselli, è un documento raro. Per chi la incontra per la prima volta, è un possibile inizio. La presentazione si terrà in inglese. L’ingresso è libero.