Il volto contorto in una smorfia addolorata mentre canta un amore impossibile. Maria Callas è stata un’artista a tutto tondo che, durante le sue esibizioni, arrivava direttamente ai cuori degli ascoltatori. L’Istituto Italiano di Cultura di New York l’ha celebrata per il quinto anno consecutivo con i Callas Tribute Prize, un riconoscimento alle donne che si sono distinte in diversi ambiti per il loro talento.

“Voglio sottolineare – ha introdotto la serata il Console Generale d’Italia a New York Fabrizio Di Michele, al momento anche direttore reggente dell’IIC-NY – che da sempre questa tradizione è legata alla Festa della Donna, l’8 marzo. Callas è stata una grande figura femminile che con la sua passione ha segnato il mondo dell’arte internazionale”.
“Ce la siamo litigata con gli americani e i greci – ha commentato il sottosegretario di Stato Avv. Federico Freni –, ma Callas si è sempre sentita italiana. Nelle sue ultime lettere scriveva: Morirò a Parigi, ma voglio tornare nella mia casa a Verona. Con gli Stati Uniti aveva un rapporto particolare. Al Metropolitan Opera, dove cominciò la sua carriera americana, cantò una sola volta perché litigò con il direttore”. La scena è stata raccontata dalle opere dell’artista russo Pavel Kir, esposte nelle sale dell’IIC-NY.

A condurre la cerimonia è stata Maria Antonietta Vacca, “onoratissima di far parte di questa iniziativa”. Sul palco si sono alternati momenti di consegna del Callas Tribute Prize con le esibizioni degli artisti premiati, fra le quali l’attrice e produttrice Jo Champa, la giornalista e imprenditrice Natalia Denegri, la stella del Metropolitan Opera Aprile Millo e le soprano Maria Guleghima, Kristin Simpson e Sofia Durante, che hanno reso omaggio a Callas cantando alcune delle sue arie più famose. Premio speciale per il film Maria interpretato da Angelina Jolie e diretto da Pablo Larraín, uscito di recente nelle sale italiane.