In una drammatica sessione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite venerdì, la crisi crescente in Siria è stata al centro dell’attenzione. Stanno avvenendo infatti scontri violenti tra le forze governative e i lealisti del regime deposto di Assad che hanno causato numerose vittime. L’incontro, presieduto dalla rappresentante permanente della Danimarca presso l’ONU, l’ambasciatrice Christina Markus Lassen, ha affrontato l’escalation della violenza e le persistenti preoccupazioni riguardo all’arsenale di armi chimiche del paese.
Nelle ultime 48 ore, la Siria è stata teatro di alcuni dei combattimenti più feroci dalla caduta del regime di Bashar al-Assad nel dicembre 2024. Nella provincia costiera di Latakia, le forze di sicurezza governative si sono scontrate violentemente con gli insorti fedeli all’ex presidente.
Secondo i rapporti, almeno 240 persone sono state uccise, tra cui 100 membri delle forze di sicurezza e numerosi civili presi nel fuoco incrociato. In modo allarmante, la Rete Siriana per i Diritti Umani (SNHR) ha riferito che circa 125 civili sono stati giustiziati dalle forze governative durante questi scontri.
Il presidente ad interim, Ahmad al-Sharaa, ha rivolto un appello alla nazione, esortando alla moderazione e sottolineando l’importanza di proteggere le vite dei civili. Ha chiesto a entrambe le parti di evitare azioni che possano causare ulteriori danni alla popolazione innocente, ribadendo l’impegno del governo per l’inclusività e la stabilità del paese.

Il Consiglio di Sicurezza ha convocato una sessione straordinaria per affrontare il peggioramento della situazione. Izumi Nakamitsu, Sottosegretaria generale dell’ONU e Alta rappresentante per gli Affari del Disarmo, ha presentato un quadro preoccupante sul rispetto da parte della Siria dei protocolli di disarmo delle armi chimiche. Nakamitsu ha dichiarato: “Le dichiarazioni presentate dalla Siria non possono essere considerate accurate. Questa persistente mancanza di trasparenza rappresenta una grave violazione della Convenzione sulle Armi Chimiche”.
I membri del Consiglio di Sicurezza hanno espresso profonda preoccupazione per l’escalation della violenza e la questione irrisolta delle armi chimiche in Siria. Gli Stati Uniti, con l’ambasciatrice Dorothy Shea, hannocondannato la recrudescenza della violenza, affermando: “Le azioni dei lealisti di Assad minacciano la fragile stabilità della Siria. Chiediamo a tutte le parti di cessare le ostilità e di dare priorità alla sicurezza dei civili”. La Russia, con l’ambasciatore Vasily Nebenzya, pur riconoscendo il sostegno storico russo al regime di Assad, ha espresso allarme per i recenti scontri, esortando tutti i leader siriani a “fermare lo spargimento di sangue” e a impegnarsi in un dialogo costruttivo per garantire l’unità nazionale. La Francia ha sottolineato l’urgenza di affrontare la questione delle armi chimiche, dichiarando: “Le dichiarazioni incomplete della Siria sono inaccettabili. La comunità internazionale deve assicurarsi che queste armi non vengano mai più utilizzate”. Il Regno Unito ha enfatizzato la necessità di perseguire la giustizia, affermando: “Coloro che sono responsabili di atrocità contro i civili devono essere chiamati a rispondere delle loro azioni. La protezione dei diritti umani è fondamentale”. La Cina ha lanciato un appello alla moderazione, dichiarando: “Esortiamo tutte le fazioni in Siria a mantenere la calma e a lavorare per una soluzione pacifica attraverso il dialogo e il negoziato”.

L’ambasciatrice Christina Markus Lassen, presiedendo la sessione, ha espresso profonda preoccupazione per l’intensificarsi della violenza e il possibile riemergere dell’uso delle armi chimiche. Ha sottolineato l’impegno del Consiglio nel sostenere la Siria nel raggiungimento di una pace e di una stabilità durature, esortando tutte le parti a rispettare le leggi internazionali e a proteggere le vite dei civili.
I recenti scontri hanno aggravato ulteriormente la crisi umanitaria in Siria. Migliaia di persone sono state sfollate e cercano rifugio dalla violenza. La comunità internazionale è sottoposta a una crescente pressione per fornire aiuti e sostegno ai civili colpiti, garantendo che i bisogni essenziali, come cibo, riparo e assistenza medica, siano soddisfatti.
Intanto l’inviato speciale delle Nazioni Unite per la Siria, Geir Pedersen, ha esortato tutte le parti coinvolte negli scontri nelle province di Tartus e Latakia a esercitare moderazione e a rispettare il diritto Internazionale per proteggere i civili. “Sono profondamente allarmato dalla situazione attuale”, ha dichiarato Pedersen. L’inviato Onu ha avvertito che gli scontri potrebbero destabilizzare ulteriormente la Siria, mettendo a rischio una transizione politica credibile e inclusiva, dopo la presa del potere da parte del leader del gruppo jihadista Hayat Tahrir al-Sham (Hts), Ahmed al-Sharaa, noto come Abu Mohammed al-Golani. Nel frattempo, le autorità siriane hanno imposto un coprifuoco nelle province di Latakia e Tartus, mentre continuano le operazioni contro le milizie fedeli ad al-Assad, fuggito in Russia lo scorso dicembre dopo l’offensiva ribelle che ha posto fine al suo regime.