A pochi giorni dalla sua rielezione Donald Trump, potrebbe riaprire il dibattito sul futuro del congestion pricing la misura da poco introdotta a Manhattan, per ridurre il traffico nelle aree centrali della città, migliorare la qualità dell’aria e finanziare progetti di trasporto pubblico.
La promessa del neo eletto presidente di porre fine a questo sistema, seppure resti al momento in sospeso, alimenta dubbi e tensioni politiche su scala locale e nazionale. Nonostante le dichiarazioni rilasciate durante la campagna elettorale, l’amministrazione repubblicana non ha ancora preso provvedimenti concreti, e lascia aperte molte domande sul futuro del sistema di trasporto della Big Apple.
I pedaggi, introdotti il 5 gennaio con l’approvazione federale, sono diventati una fonte essenziale di sostentamento per il piano di costruzione del Metropolitan Transportation Authority (MTA), l’agenzia pubblica che gestisce il sistema di trasporto pubblico della metropoli e delle aree circostanti.
MTA, punta a raccogliere 15 miliardi di dollari per riparare e modernizzare l’infrastruttura che permette il transito di milioni di persone ogni giorno. Tuttavia, non è chiaro se il leader dei GOP abbia il potere di annullare questa disposizione tramite un ordine esecutivo o se sia necessario un intervento legislativo del Congresso, come suggerito da alcuni esponenti politici locali.
Alcuni addetti al settore avvertono che MTA dovrà dimostrare con rapidità l’efficacia del programma, evidenziando i benefici della misura introdotta per tutta la popolazione, non solo per chi vive o lavora in centro. Nicole Gelinas, senior fellow del Manhattan Institute for Policy Research, un’organizzazione conservatrice americana, nota per il suo focus su tematiche economiche e sociali, ha sottolineato come il successo iniziale dei pedaggi, che hanno ridotto i tempi di percorrenza nel traffico urbano, debba essere meglio pubblicizzato per evitare interferenze politiche.
Anche senza un intervento diretto sui pedaggi, l’amministrazione Trump potrebbe ostacolare i progetti infrastrutturali di New York, come accaduto durante il primo mandato. Nonostante il denaro per progetti cruciali come il Gateway Project e l’estensione della metropolitana della Second Avenue sia stato garantito sotto la presidenza Biden, altre opere già preventivate potrebbero ora essere a rischio. Tra queste figurano le riparazioni della Brooklyn-Queens Expressway e la linea di metropolitana leggera Interborough Express, entrambe legate a finanziamenti federali ancora da negoziare.
Jon Orcutt, direttore di Bike New York, una no-profit americana dedicata alla promozione dell’utilizzo della biciclette come mezzo sostenibile, ha ricordato che il nuovo piano quinquennale di MTA, che presuppone interventi per 14 miliardi di dollari, potrebbe trovarsi in difficoltà se il governo decidesse di ridurre il supporto. Le risorse derivanti dalla legge bipartisan sulle infrastrutture voluta dal presidente democratico uscente sono infatti destinate a esaurirsi entro il 2026, e lasciano interrogativi sulla copertura finanziaria per i progetti futuri.
Il presidente di MTA, Janno Lieber, seppure abbia evitato critiche dirette a Trump, ha sottolineato l’importanza del trasporto pubblico per l’economia della “città che non dorme mai” e, di riflesso, per l’intero Paese.
Il membro del Congresso di New York Mike Lawler, ha invece espresso la convinzione che l’amministrazione Biden non abbia effettuato una revisione ambientale completa sulla tariffazione e abbia quindi lasciato aperta la possibilità di un intervento della Federal Highway Administration. Un tale scenario potrebbe riaccendere lo scontro politico tra New York e Washington, con ricadute potenzialmente devastanti per il futuro delle infrastrutture cittadine.
Intanto, i dati indicano un’utenza che si affida sempre di più al trasporto pubblico. I passeggeri che utilizzano la metropolitana hanno registrato un aumento del 7,8% rispetto all’anno precedente, mentre coloro che si affidano agli autobus sono aumentati del 4%. Gli effetti della tariffazione si riflettono anche sui tempi di percorrenza: il Lincoln Tunnel e il Queensboro Bridge riportano miglioramenti significativi, con attraversamenti più rapidi rispetto al passato.