“Iorestoincam é stata una grandissima sfida, iniziata il 9 marzo 2020 e mai finita…Oggi come ieri provo la stessa energia e la stessa felicità. Dopo l’uscita del libro, mai avrei pensato dii riuscire a esporre e presentare questo mio reportage a New York”.
E’ emozionata Carlotta Domenici De Luca, la fotografa romana autrice di “#iorestoincam”, mentre ci racconta come nasce questo suo progetto fotografico “a distanza”, tanto coraggioso quanto ambizioso realizzato ai tempi della pandemia e ora in mostra all’Istituto Italiano di Cultura di New York diretto dal Prof. Fabio Finotti.
Chi scrive ha fatto parte delle oltre mille ”cavie umane” scelte dall’artista per il suo esperimento fotografico che si è fatto beffe della paura e della clausura in cui eravamo stati tutti costretti, ovunque vivessimo nel mondo, da quel mostro chiamato Covid-19. Non conoscevo Carlotta, durante quel tragico 2020 passato a Brooklyn, lei mi raggiunse tramite e-mail grazie a un network di passa contatti che la mise in grado di riallacciarsi con altrettanti sconosciuti che erano italiani come lei e non, professionisti come lei e non, artisti come lei e non, visionari come lei e non. Tutti sparsi nel mondo e tutti fotografati da Carlotta “al lavoro” nelle loro case pur essendo a migliaia di chilometri di distanza da lei. Tutti così diversi ma con in comune l’insopprimibile voglia di risentire l’energia del contatto umano offerto da quella sconosciuta fotografa geniale nella sua sfida alla pandemia.
“Svelerò un segreto che poi segreto non é” dice Carlotta raggiante dopo l’apertura della mostra all’Istituto di Park Avenue, “o forse é il sogno di molti che io dopo tanti sforzi ho visto realizzato, cioè vedere il proprio lavoro in mostra in una delle città più belle del mondo”.
Carlotta è una fotografa professionista con oltre 25 anni di esperienza in vari settori ma capisci subito che riesce a conviverci e domare quel tracotante carico di genialità con naturale modestia. “Devo ringraziare il Direttore Fabio Finotti per aver avuto la visione e avermi dato l’opportunità” ci tiene subito a dire Carlotta, che aggiunge: “Volevo inoltre ringraziare Lillo per aver sempre sostenuto i miei libri, arricchendoli con delle prefazioni originali, divertenti e profonde. E poi volevo dedicare questa mostra all’attore Afroamericano, Ron Cephas Jones, venuto a mancare lo scorso agosto, la sua prefazione, il suo entusiasmo e i suoi consigli sono stati preziosi”.
Si intuisce che il passaggio di “#iorestoincam” a New York – una mostra che a chiunque sarà all’Istituto in questi giorni per assistere ad altri eventi non potrà sfuggire – è solo una tappa di un tour di emozioni che non finirà più. L’artista degli scatti d’umanità al tempo del covid, saluta a modo suo: “A questo punto posso solo dire non svegliatemi se questo é un sogno!”