Tre minuti e quarantadue secondi è il tempo di cottura della pinsa. Cinque sono gli anni che Nico Acampora ha impiegato per aprire il primo ristorante a Cassino de’ Pecchi per la sua comunità e, due anni dopo, il secondo, a Monza, dove ha fatto visita anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. E più di recente le Nazioni Unite: nei giorni scorsi il fondatore ha portato la sua testimonianza davanti all’Assemblea Generale in occasione della Giornata Internazionale della Disabilità. Infine, PizzAut ha raggiunto anche le cucine di Eataly a Flatiron.

“Per noi è una piacevole sorpresa scoprire dell’esistenza di questa associazione – ha dichiarato il CEO di Eataly North America, Tommaso Brusò. – Per questo motivo abbiamo organizzato questo momento di ritrovo per conoscere la loro realtà”.
Il locale di La Pizza & La Pasta si anima di quel calore intimo, tipico delle cene in famiglia. Tanto che Eataly ha invitato uno dei suoi cuochi, Paolo, per dare la possibilità ai ragazzi di imparare a tirare la sfoglia e lavorare la pasta all’uovo. Tutti con le parananze obbligatoriamente rosse e lo slogan: “Vietato calpestare i sogni”.
Acampora è instancabile e ha la capacità unica di mettere subito a proprio agio gli altri. Ha un’inesauribile quantità di episodi da raccontare e sono tutti traguardi dei ragazzi da festeggiare, perché sono tutti simili – non avere senso dell’umorismo, non guardare l’interlocutore negli occhi, abbracciare tantissimo o isolarsi – ma anche molto diversi. “Quando è venuto il presidente della Repubblica Mattarella, uno di loro lo ha chiamato Sua Maestà perché ero stato nominato Cavaliere”. O ancora: “Prima di lavorare con noi, Letizia, una nostra cameriera, non sapeva scrivere. Adesso conosce solo il nostro menù. Quando abbiamo introdotto gli spritz, ha esultato la prima volta che è riuscita a prendere l’ordinazione e la stessa sera ne ha venduti ben 52”.

I numeri di PizzAut sono incredibili. Considerando che sono aperti sempre, tranne il lunedì e il martedì sera e il sabato a pranzo, la lista di attesa per prenotare un tavolo arriva fino a settembre e fanno in media 350-400 coperti al giorno. Sui 20.000 ristoranti registrati in Italia, il loro è da poco diventato il primo su The Fork. “Non solo: allo Stato i miei ragazzi costano circa 8 milioni di euro – racconta Acampora – che io faccio risparmiare, ma anzi che pagano pure le tasse”.

PizzAut rimane un progetto unico in Italia e in Europa, nato con l’idea di un padre di dare un futuro al proprio figlio guardandolo impastare in cucina. Ma non è replicabile in qualsiasi città, “se non amando infinitamente, altrimenti dovrei sdoppiarmi”, commenta Acampora. La dedizione, la cura, la passione nei confronti di questi ragazzi lo stimolano a dare il massimo. E anche da Eataly improvvisa una richiesta speciale: che la brigata americana della pizzeria prepari la pinsa di PizzAut e la serva per una sera insieme a quella classica napoletana.
La stessa luce nello sguardo di Acampora si ritrova negli occhi dei suoi ragazzi. “Ero una fumettista, prima di cominciare a lavorare per PizzAut – racconta Beatrice, che un anno fa è stata assunta fra i camerieri del ristorante di Cassina de’ Pecchi. “Ma ho deciso di farlo per la mia indipendenza e per aiutare la mia famiglia”. Poche parole, passano una manciata di secondi e poi si rimette a disegnare volti affilati e occhi grandi, tipici degli anime. Piano piano si sbottona e si lascia scappare che ha imparato a scrivere e parlare il giapponese da sola perché è una grande appassionata.

Matteo, invece, è stato il primo pizzaiolo assunto ed è anche capo-brigata. “Alle 22 chiudiamo il forno”, è il suo motto. Alle superiori, ha frequentato un istituto agrario e, attraverso il servizio di inserimento, ha avuto la possibilità di lavorare nelle serre. La passione per la cucina è stata coltivata dai genitori – il padre Enrico ama stare ai fornelli. E poi la nascita di PizzAut: una sera d’autunno, nel novembre 2017, la madre Luisa vede Acampora a Tu si que vales! e subito si mobilita per incontrarlo. Nel 2020 girano con il food-truck per l’Italia e l’anno dopo, nel 2021, Matteo firma il contratto a tempo indeterminato davanti all’allora presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati. “Nico ha sempre voluto chiamare le istituzioni per le occasioni importanti come l’inizio di un’assunzione – ha commentato Luisa. – Quel giorno abbiamo pianto per la gioia tutte le nostre lacrime perché la preoccupazione sul futuro c’è sempre”. Da quando Matteo lavora in PizzAut è più indipendente, “ha pochissimo tempo, ogni tanto si diverte a far volare qualche pizza, altre volte si dedica alla ceramica. Per noi genitori è una soddisfazione immensa”.
Prima di diventare camerieri o cuochi, ci sono un paio di selezioni, secondo criteri soggettivi e oggettivi, come l’obbligo di non prendere farmaci forti. Ogni anno PizzAut riceve circa 400 domande e sceglie solo 12-15 persone a cui fare training con degli specialisti. Poi dopo due mesi all’opera ne vengono assunte a tempo indeterminato solo 8-10. Al momento, ci sono un centinaio di ragazzi assunti, fra i due ristoranti e i due food-truck nel brianzolo. Poi c’è un gruppo di assistenti sociali a supporto e Acampora che li gestisce, li guida, li cresce. “Io non so cucinare proprio un bel niente”.
Oltre a visitare le Nazioni Unite, il team ha fatto tappa anche al Comune dove hanno incontrato la responsabile del Dipartimento della Disabilità di New York, Kimberly Hill, per confrontarsi sullo stato delle assunzioni e possibilità lavorative per i disabili in città, sulle iniziative attive al momento e su possibili progetti futuri.