La “chiamata” questa volta è arrivata dal cardinale di Saint Patrick. Don Luigi Portarulo, 36 anni, il prete degli italiani di Manhattan, cambia parrocchia e lascia la chiesa di Our Lady of Pompeii nel West Village. “A partire dal primo luglio sono stato incaricato di prestare servizio nella cattedrale sulla Fifth Avenue e nella basilica di Old Saint Patrick Cathedral, fra Mulberry Street e Mott Street, nel cuore di SoHo”.
Con gli occhi brillanti e il sorriso pieno, la prima volta che accenna alla notizia è davanti a una pizza, la seconda mentre prendiamo un caffè. Non c’è da sorprendersi date le amicizie più care che si è costruito in questo anno e mezzo di permanenza newyorkese: Song E’ Napule, Kesté, Ribalta, Numero 28. Don Portarulo è riuscito a conquistare il cuore dei proprietari, come quello di tanti altri che sono passati per la Grande Mela, e a creare una comunità, che molto spesso in un ambiente così eterogeneo e individualista tende a disgregarsi.
“Per me è una gioia e un onore che gli italiani potranno avere come punto di riferimento due chiese che a livello storico e simbolico sono molto importanti per l’arcidiocesi di New York. In particolare, a Old Saint Patrick, continuerò il ministero e la pastorale per gli italiani e italo-americani con la messa domenicale e tante altre belle iniziative”.
L’operato di Don Portarulo comincia a 12 anni spostandosi dalla Basilicata a Roma per entrare in Vaticano in occasione del Giubileo del 2000, dov’è rimasto fino ai 25 anni quando è stato ordinato sacerdote. “Non è da tutti dire la prima messa da prete davanti alle migliaia di persone contenute dentro la basilica di San Pietro”. Poi si è trasferito a New York a novembre 2022 in seguito alla richiesta di padre Angelo Plodari, ex parroco di Our Lady of Pompeii che stava per andarsene in pensione.
Il curriculum di Don Portarulo è più che degno di nota: due Giubilei (2000 e 2015) e tre papi (Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco I). fra gli episodi più recenti: la benedizione agli Azzurri prima della partita contro l’Ecuador in New Jersey e la pizzata con lo staff di Pizza Aut. A distinguerlo il senso di comunità più forte che mai da quando è espatriato.