“Per capire l’Italia, bisogna prima di tutto capire la Sardegna”. È questo quello che sostiene il giornalista e storico americano Jeff Biggers che, ieri sera, ha presentato il suo nuovo libro In Sardinia. An Unexpected Journey in Italy all’Istituto Italiano di Cultura di New York su Park Ave. Biggers è stato ospite dell’evento “The Golden Place (Bonorva – Logudoro/Sardegna). Una celebrazione della Sardegna: arte e cultura, eco revival e turismo sostenibile”, a cui hanno preso parte studiosi, architetti, giornalisti e funzionari dell’industria del turismo, riuniti per discutere le risorse della Sardegna, con attenzione anche ai suoi borghi, come Rebeccu e Bonorva. Il momento ideale per l’autore, amante del Bel Paese, per presentare al pubblico la sua opera, della quale ha condiviso con La Voce Di New York qualche anticipazione.
Da dove nasce il suo legame con l’Italia?
“Io sono un giornalista americano e uno storico. Ora vivo nel Midwest ma per 35 anni ho fatto avanti e indietro da Bologna. Mia moglie Carla, invece, che fa la professoressa in Illinois, viene da Spoleto, in Umbria”.
Che cosa l’ha spinto a scrivere questo libro?
“Sei anni fa io e mia moglie abbiamo deciso di prenderci un anno sabbatico e andare in Sardegna insieme ai nostri figli. Qui abbiamo scoperto una storia completamente differente rispetto a quella che ci era sempre stata presentata. Entrambi siamo cresciuti pensando che la regione si limitasse a essere un’isola bellissima, con spiagge magnifiche, qualche pastore e niente di più. Quello che invece abbiamo trovato è stato l’opposto”.
Che cosa l’ha colpito di più di questa terra?
“La Sardegna vanta una storia antichissima. Credo che per capire bene l’Italia, bisogna prima di tutto capire la Sardegna, e questo è estremamente affascinante. Quando i miei figli sono andati a scuola in Italia hanno iniziato a studiare dall’antica Roma, senza realizzare che migliaia di anni di storia venissero dalla Sicilia e soprattutto dalla Sardegna. Parte del mio libro, infatti, parla della ri-storificazione di quest’isola, piena di scrittori, poeti, cantanti e artisti che hanno modellato la storia italiana”.
Qual è l’obiettivo dell’opera?
“Bisogna riconsiderare la Sardegna, scoprirla da un altro punto di vista, da un’altra prospettiva. Quando pensiamo alla storia non dobbiamo guardare alla terra, ma al mare che è un importante nucleo di scambio. La Sardegna ha giocato un ruolo importante, decisivo, non è solo un’isola bellissima ma è un’incredibile incubatrice di innovazione, resistenza, rivoluzione e artisti. Questo è un libro che non dovrebbero leggere solo gli americani, ma anche e soprattutto gli italiani”.