Questo mese a Prospect Heights doveva iniziare Open Streets, che specialmente per chi ha un piccolo appartamento e dei figli, è una valvola di sfogo. Funziona così: su Vanderbilt Avenue il traffico si chiude nei weekend, a partire da venerdì pomeriggio, per tutta la primavera e l’estate. I locali si allungano sulla strada, ma ci sono anche tavolini e sedie di metallo pieghevoli gratuiti predisposti per chiunque voglia usarli anche solo per sedersi a parlare o leggere un libro. Dicono che è una cosa “molto europea”.
Solo che quest’anno, dopo le proteste di una parte dei residenti, Open Streets inizierà a maggio, anziché ad aprile, e finirà a settembre, anziché a ottobre. Di sabato la strada sarà chiusa al traffico da mezzogiorno alle 10 di sera, ma la domenica cinque ore di meno del solito (dalle 11 fino alle 5 del pomeriggio).
Il programma non è presente solo a Brooklyn, ma quello di Vanderbilt è particolarmente apprezzato. Si accompagna ad attività gratuite: lezioni di danze latino-americane per gli adulti, di skateboard per i ragazzini. Una volta un tizio ha portato un enorme materasso gonfiabile nel mezzo della strada.
E’ una iniziativa nata durante la pandemia, considerata di beneficio alla salute mentale dei residenti e, dato il suo successo, resa permanente nel 2021. Ma è finanziata solo in parte dal dipartimento dei Trasporti. Gruppi di aziende locali e di volontari condividono i costi per la programmazione e lo staff. Dopo la fine dei fondi disponibili per la pandemia, è diventato più difficile trovare i soldi. Così, quest’anno Open Streets sulla Quinta Avenue di Park Slope ha perso lo sponsor e ne sta cercando un altro. Anche nel Queens, ad Astoria o Jackson Heights, programmi simili hanno problemi di finanziamento.
Qui a Brooklyn, comunque, mentre alcuni non vedevano l’ora che arrivasse Open Streets, altri (in particolare i proprietari di auto) da mesi tremavano al pensiero di dover guidare nel traffico ancor più congestionato a causa della chiusura di una via principale. Il presidente di una delle associazioni di quartiere, la St John’s Place Block Association, ha detto al sito “BK Reader” che anziani e persone con disabilità devono camminare per diversi isolati per prendere un taxi o un bus. “C’è la sensazione tra molti residenti nati e cresciuti qui che questi programmi siano di beneficio ai più giovani, più benestanti e soprattutto bianchi che si sono spostati qui e hanno gentrificato la parte centrale di Brooklyn”, ha detto al sito Lynda Balsama, fondatrice dell’associazione United Neighbors of Prospect and Crown Heights. Balsama ritiene insufficiente la riduzione dell’orario domenicale di Open Streets e gli altri compromessi raggiunti quest’anno, e cita come esempio i problemi di Mitchell’s Soul Food, un ristorante su Vanderbilt che di domenica perde i clienti che arrivavano per pranzo dopo la messa, in auto o bus.
Ma ci sono anche moltissimi fan di Open Streets. Mentre 1.200 persone a novembre avevano firmato una petizione contro l’iniziativa, oltre tremila avevano aderito ad un’altra petizione per sostenerla, citando gli effetti positivi, ambientali ma anche economici per diversi ristoranti sulla strada, felici di poter aumentare i posti a sedere. Il co-proprietario del supermercato Foodtown, Frank Widdi, ha detto che Open Streets crea grossi disagi alle consegne a domicilio e riduce i parcheggi per i clienti e lo staff, ma alla fine non è stato il “disastro” che aveva inizialmente previsto, perché arrivano più clienti a piedi. “E’ semplicemente un grosso fastidio per noi”.