La “Fifth Avenue” di Park Slope è davvero la strada più cool di New York? L’ha appena dichiarata tale la rivista “Time Out” (https://www.timeout.com/
“Time Out” spiega sin dalle prime righe che la sua scelta annuale è sempre dettata dalla volontà di far conoscere parti della città che sono all’avanguardia e che fanno tendenza, ma sono anche meno note alla massa. Il fatto che la zona sia controllata dalla “la mafia delle mamme”, aggiunge la rivista, non è una controindicazione: assicura che “sia pedonale, sicura e che abbia qualcosa per tutti”. A differenza dell’altra Fifth Avenue, quella di Manhattan, qui spopolano gli indie stores, come il negozio di seconda mano “Beacons Closet” o ‘L’Albero dei gelati” (gestito da un pugliese, l’unico vero gelato che ho trovato in zona) e la birra artigianale. E se volete osservare davvero la Mommy Mafia, il posto ideale è il parco giochi “JJ Byrne”, accanto alla Old Stonehouse, una ricostruzione di una vecchia casa coloniale nel luogo dove si combatté la Battaglia di Brooklyn nella Guerra d’Indipendenza.
Ci sono anche delle new entry. Un sabato mattina d’agosto camminavo sulla Quinta, quand’ho notato una fila lunghissima sotto un’insegna che diceva “The Ripped Bodice” (il corpetto strappato). Sotto la scritta, circondata da palloncini rosa, in corsivo si leggeva: “libreria romantica”. La fila, soprattutto di ragazze, girava fin dietro l’angolo. Mi sono avvicinata per chiedere cosa stesse succedendo. Mi hanno detto che erano attese Casey McQuiston e Alexis Daria, autrici di romanzi rosa (un genere in ascesa dalla pandemia e soprattutto tra le adolescenti). Unica libreria in America dedicata esclusivamente a questo genere e famosa per le sue storie d’amore inclusive (lgbt+, amori paranormali, ragazze velate…) è stata fondata a Los Angeles dalle sorelle Leah e Bea Koch, che hanno deciso di fondare la seconda sede proprio a Brooklyn e proprio sulla Fifth Avenue.
Un altro pomeriggio sono andata a cena da Masalawala & Sons, specializzato nei piatti bengalesi e celebrato dai giornali newyorchesi come uno dei migliori ristoranti di tutta New York (i fagottini di lenticchie fermentate e l’agnello erano deliziosi). Purtroppo, mentre attraversavo per andare a prendere la metro per Manhattan, ho perso i miei badge – sia quello del dipartimento di Stato che mi identifica come giornalista che quello per entrare al Congresso di Washington. Inutili le ricerche di mio marito che nella notte è tornato sul posto: non ha trovato nulla. Ma il giorno dopo su Instagram mi ha scritto un dipendente del New York Times che vive in zona e aveva trovato i miei badge. “Conoscendo il loro valore” li aveva raccolti al solo scopo di cercarmi sui social e restituirmeli. Qualunque cosa pensiate della Quinta Avenue, qui succedono cose piuttosto cool.