Poco alla volta diventa una chiacchierata intensa e cordiale davanti a uova strapazzate, yogurt e frutta.
A pochi chilometri c’è un serial killer in carcere da qualche giorno sospettato di aver assassinato almeno 10 ragazze per poi buttarle fra le spiagge e la pineta di Gilgo Beach, un famosa località turistica di Long Island, dopo essersi tenuto i loro cellulari e qualche oggetto intimo come souvenir.
È un breakfast di piena estate organizzato dalla potente comunità greca degli Hamptons che si ritrova ogni sabato mattina al Capri, uno dei posti trendy di Southampton. L’ospite è l’uomo del momento. Il District Attorney di Nassau County Ray Tierney, a soli 16 mesi dal suo incarico è finito su tutti i giornali e TV americani per aver inchiodato con la prova del DNA il presunto serial killer Rex Heuerman, l’architetto di 59 anni sposato con 2 figli e una doppia vita, ritenuto responsabile dell’assassinio di almeno 3 ragazze che adescava con cellulari usa e getta attirandole nella sua trappola mortale sulla costa degli Hamptons.
Almeno 11 corpi, oltre a quello di un bambino, sono stati trovati fino al 2010 tra le dune sabbiose di Gilgo Beach a poche decine metri gli uni dagli altri. Mai un colpevole o un sospetto.
In queste ore e fino al processo Rex Heuerman, il gigantesco assassino della porta accanto alto oltre due metri, è guardato a vista in una cella di sicurezza nel carcere di Riverhead non lontano dalle ville dei miliardari sull’Oceano. Viene tenuto in mutande e maglietta, senza lenzuola in una cella speciale per impedirgli di togliersi la vita. Si é dichiarato “non colpevole”, ma Tierney, che è riuscito ad ottenere il suo DNA da un pezzo di pizza mangiato e buttato nella spazzatura, dice “Se non confessa proveremo in tribunale che è stato lui a uccidere….e renderemo pubbliche le sue incredibili perversioni…”.

Ma è stato lui a uccidere tutti quanti?
“Per ora le tracce portano a 4 donne, però continuiamo ad accumulare prove esaminando centimetro per centimetro la sua casa…”.
La moglie e i figli non possono tornare?
“La signora ha chiesto il divorzio…Nessuno di loro è legato agli omicidi e adesso li teniamo in l’albergo fino a quando le squadre della scientifica, dell’FBI, della polizia e degli sceriffi non avranno finito il lavoro. Credo però non vorranno tornare più li.”
Le ragazze sarebbero state ammazzate prima in casa e poi sepolte in spiaggia quando moglie e figli non c’erano?
“Non è escluso ma continuiamo a cercare…..molte sparizioni delle donne avvenivano proprio quando loro erano in viaggio”.
Perché lo avete catturato solo adesso se sapevate da più di un anno che era sospettato?
“Avevamo bisogno di un mandato del magistrato sulla raccolta del DNA e lo abbiamo ottenuto dopo 230 pagine di prove. E siccome c’era il rischio di una fuga di notizie anche sulla stampa e che Heuermann potesse cancellare delle tracce o commettere un altro crimine, abbiamo agito subito sia bloccando il suo ufficio a Manhattan che la sua casa a Massapequa, dove lo abbiamo prelevato all’alba sorprendendolo”.
Da oltre un decennio Long Island viveva con l’incubo del serial killer a piede libero che adescava giovani prostitute quasi sempre bionde e di bassa statura e le uccideva nei modi più vari dopo averle torturate e abusato di loro. La gente invitata al Breaksast greco per ascoltarlo lascia raffreddare le uova strapazzate mentre Ray racconta senza scomporsi.
“Da oltre un anno – dice – Heuermann era nel nostro radar e sotto sorveglianza dell’FBI. Sapevamo chi chiamava e come si muoveva, cosa comprava al supermercato, quanto tempo passava in ufficio a Manhattan o a sparare al poligono di tiro vicino casa. Sapevamo che utilizzava telefoni usa e getta per comunicare con le sue vittime ed è stato un servizio di intercettazione dell’FBI completato più di 10 anni fa a metterci sulla sua strada, perché le chiamate partivano sempre dalla sua zona e arrivavano a Massapaqua quando i figli e la moglie erano in viaggio…”.

Ma perché se tutte le 10 vittime di Gilgo Beach erano già state identificate siete intervenuti solo adesso?
“Volevamo prove concrete e adesso le abbiamo. Il DNA della saliva e dei capelli non mente, è il suo in almeno 4 casi. Stiamo raccogliendo nuove prove anche per poterlo collegare a tutti gli altri omicidi. E forse non solo a Massapequa: sono sparite in questi anni anche altre persone nelle contee della mia giurisdizione. Possiamo dire che il lavoro che rimane da fare è ancora tanto”.
Ray Tierney è mezzo irlandese e mezzo italiano da parte di madre, sebbene non parli una parola. Anche la moglie ha origini italiane, da parte della famiglia paterna. Lui è nato e cresciuto a Suffolk County nella comunità che un anno e mezzo fa lo ha eletto come District Attorney dopo uno scandalo nel quale è stato coinvolto il suo predecessore.
A parlargli ti dà la sensazione che sia un ex ragazzo del bar o della parrocchia. Semplice, spontaneo, alla mano. Mostra con orgoglio la foto della figlia che si è sposata a metà giugno quando lui non era ancora il procuratore più famoso degli Stati Uniti ma solo un super investigatore a stipendio fisso. Un servitore della stato che non supera i 223.000 dollari di compenso lordo l’anno e che fra meno di 30 mesi dovrà affrontare una nuova elezione per conservare il posto.
“Forse questa volta sarà più facile perché la gente mi conosce, non sono interessato alla politica e mi considero un indipendente che ama il suo lavoro…”.
Prima di guidare il distretto, Ray a Brooklyn ha mandato sotto processo centinaia di membri delle M13, le pericolosissime gang latino americane che hanno infestato gli Hamptons nel decennio scorso responsabili di omicidi spietatissimi anche nei confronti di donne e bambini appartenenti a bande rivali.
Lo facevano per dominare lo spaccio della droga?
“Non veramente, ammazzavano i rivali per dimostrare la loro pericolosità e mantenere il controllo del territorio. Erano giovani con lavori normali di giorno e killer di sera. Più che le pistole usavano i machete”.
Ma adesso sono tutti scomparsi?
“Probabilmente no, ma migliaia sono finiti in carcere e molti a vita. Dall’Honduras, da El Salvador e dal Guatemala dove provenivano, spesso mischiati agli immigrati clandestini, sono arrivati gli ordini dei grandi boss e la situazione a Long Island si è tranquillizzata, mentre adesso è diventata Los Angeles la zona dei grandi traffici e del business…”.

A cosa attribuisce questo successo straordinario nella cattura del serial killer dalla doppia vita?
“Tenacia, fortuna e un grande gioco di squadra. Volevo una task force per risolvere questi casi in sonno da un decennio e sono riuscito a far collaborare la polizia locale con FBI, gli sceriffi delle varie contee con la polizia stradale. Ciascuno ha aiutato gli analisti della scientifica, dando un contributo alle indagini. Tanti materiali erano già stati raccolti e in quelle pagine c’erano gli indizi che cercavamo, ma nessuno ha voluto analizzarle prima e sono rimaste congelate. Ho sempre chiesto di tenere la politica e i politici fuori da queste inchieste delicate che hanno bisogno della massima segretezza se si vuole arrivare a qualche risultato…”.
Tierney col suo tono sorridente e modesto dichiara di avere a disposizione nel suo distretto di Nassau County più di 100 investigatori e 200 avvocati. Dopo questo successo riceverà altri fondi per peoseguire le indagini che potrebbero allargarsi anche a Las Vegas e in Nord Carolina in anni più recenti. Ma anche in altre aree di Long Island rimangono altri casi irrisolti.
Con orgoglio Tierney ammette che domani si prenderà il primo giorno di vacanza dopo oltre 10 mesi e andrà con la moglie in spiaggia insieme a una coppia di amici. Su quelle stesse spiagge che poco più di una settimana fa lo hanno reso un “eroe americano”.
Ma se il lavoro da fare contro il serial killer degli Hampton rimane ancora molto avrà bisogno di essere riconfermato alle prossime elezioni.
“Di sicuro mi ripresento e questo della continuità sarà uno dei miei motivi per convincere la gente…”.
Per intrattenere con tutti e striungere mani , il District Attorney assaggia solo la colazione del Capri, ma non rinuncia ad un ottimo sigaro cubano quando ormai si è fatta ora di pranzo. E dietro di lui, con estremo garbo, Allen Bode il braccio destro e capo di gabinetto, ci allunga un bigliettino che ha già stampato con un certo anticipo sotto una grafica patriottica “Ray Tierney for District Attorney”. Lo slogan elettorale è ancora più chiaro: ”L’esperienza sulla quale potete contare…”.